Giugliano – Il 10 maggio le forze dell’ordine, su disposizione del sindaco di Giugliano, Antonio Poziello, hanno sgomberato il campo rom di Giugliano.

Il capo Rom era situato all’interno dell’ex fabbrica di fuochi artificiali a Ponte Riccio, frazione del comune di Giugliano.

Il motivo di tale sgombero è stata la precaria condizione igienico-sanitaria in cui versava l’area. Circa 400 le persone rimaste senza un tetto sulla testa, tra cui molti anziani e bambini.

La Corte europea dei diritti umani, quella che viene definita “Corte di Strasburgo”, è intervenuta in questo caso ed ha imposto al Governo Italiano di garantire un alloggio temporaneo almeno ai bambini e ai loro genitori sgomberati.

La misura da parte della Corte dei diritti umani è arrivata dopo la mobilitazione di tre cittadini bosniaci, ex risiedenti del campo, insieme alle rispettive famiglie, che si sono rivolti alla stessa Corte il 16 maggio scorso.

Le persone coinvolte in tale vicenda sperano di migliorare la propria vita al fine di poter garantire un futuro migliore soprattutto ai propri figli.

Sabrina Amideo

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