Un itinerario nella devozione

Oggi parliamo di un’altro luogo sicuramente da dover visitare in Campania anch’esso tutelato come “bene dell’Umanità” dall’UNESCO organizzazione culturale mondiale dell’ONU si tratta della celebre, grandiosa, costruzione della Certosa comunemente denominata di Padula, dedicata al culto di San Lorenzo, sita nel Vallo di Diano, comprensorio del Parco nazionale del Cilento e degli Alburni, Provincia di Salerno, nel territorio dell’omonimo Comune.

Architettonicamente si compone un grande complesso monastico che, specularmente collegato alla sua celebre progenitrice l’Abbazia di Trisulti, venne eretto su propri terreni e destinato per volere di Tommaso II Sanseverino, Conte di Marsico e Signore del Vallo di Diano, personaggio vicino agli Angioini la casata dominante sul Regno di Napoli, con la collaborazione di quell’importante Priore, al culto cristiano cattolico di rito romano dell’ordine monastico di origini francesi dei “certosini”.

La Certosa consiste in un imponente nucleo edilizio per le dimensioni esterne, costruito sulle fondamenta di una più antica Chiesa ivi esistente almeno dall’anno Mille sempre dedicata a San Lorenzo, in stile barocco prevalente, a partire dall’anno 1306 poi sottoposta a importanti variazioni dal 1583 e terminato nelle forme attuali solo nel 1779. Occupa una superficie di oltre 51.500 metri quadrati (pari a cinque campi di calcio) e si dipana in tre Chiostri principali che si aprono su di un vasto giardino all’italiana, un enorme colonnato, fra i più grandi in Italia, grande cortile sormontato dalla vasta Chiesa dedicata a San Lorenzo, stella nella notte di agosto, un’ampia Biblioteca, oltre una serie di altre costruzioni, uffici ed alloggi principali e del Priore, sono ben 320 le stanze destinate all’alloggio dei monaci, uffici, depositi ed officine, infine un’imponente Foresteria aggiunta nel Seicento.

Peraltro, si tratta del primo complesso del genere sorto nella Regione avendo anticipato per l’epoca di fondazione sia la Certosa di San Martino a Napoli che quella, suggestiva, di San Giacomo, costruita a Capri. Ebbe un’enorme importanza religiosa ed economica con riflessi ampiamente positivi fino alla fine del XVXXX secolo quando i monaci persero importanza per il regime napoletano che li osteggiò.       

Attualmente la sede monastica, chiusa al culto nell’epoca di Murat, nel 1807, tanto da andare materialmente in rovina, venne poi riattata nel 1944 destinata a Comando militare e utilizzata come carcere durante la II guerra mondiale, fa capo alla Diocesi di Teggiano – Policastro proprio a significare che ci troviamo in prossimità del confine con la Regione Basilicata.    

Inoltre, il complesso della Certosa si trova entro il vasto perimetro dello straordinario Parco nazionale del Cilento, la sub Regione salernitana, del quale scriveremo a breve che offre ai visitatori angoli naturali suggestivi ed incantati.                                                                                        

Andateci, merita.

Giorgio M. Palumbo

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