Su di lei è già stato scritto e detto tanto, tantissimo.
Hanno elogiato le sue qualità i giornali, nazionali ed esteri, così come le riviste specializzate.
Prestigiosi Quotidiani e Settimanali si sono interessati della sua vita privata.
Tutti hanno decantato, e non poteva essere altrimenti, le sue virtù vocali.
La signora mi concede, con infinita gentilezza e nonostante gli impegni uno via l’altro, un’intervista.
Ecco quanto mi ha detto.
Come nasce la sua passione per il Bel Canto?
Nasce con me, fin da piccolissima canticchiavo; cantavo per le amichette, per gli amici dei miei genitori durante le feste di famiglia, cantavo nel coro della chiesa… non ho memoria di quando ho iniziato, ma tutti mi ricordano canterina sin dalla tenera età.
Chi sono stati i suoi primi maestri?
Il Maestro Antonio Sottile, il direttore del coro di voci bianche del conservatorio di Palermo del quale ho fatto parte per molti anni; i
E quali le scuole di Canto Lirico che ha frequentato?
Sono stata molto fortunata a incontrare il Maestro Simone Alaimo e sua moglie Vittoria Mazzoni che sono stati le mie guide più importanti nella mia crescita artistica.
Lei è nata a Palermo, dove troviamo il Teatro Massimo anch’esso ricco di fascino e sede di pregevoli rappresentazioni. Attualmente dove vive?
Sono nata a Palermo e il Teatro Massimo rappresenta uno dei luoghi più importanti nella mia vita artistica per averci cantato tante volte sin dalla tenera età. Attualmente vivo a Cassina de’ Pecchi, nell’hinterland di Milano.
Sin da giovanissima risulta vincitrice di concorsi nazionali ed internazionali. Il primo tra i tanti è il Concorso Internazionale Di Canto “Simone Alaimo E Le Sue Opere”. Poi vince il “Voci Del Mediterraneo” e il Concorso Internazionale “Marcello Giordani”, Tenore che troppo presto ci ha lasciati. Ricevere questi riconoscimenti la convince di avercela fatta?
È stata per me una grande soddisfazione vincere questi concorsi, ma sin da subito ho capito che la strada da percorrere per una carriera importante sarebbe stata molto impegnativa.
Nel 2011 il grande debutto. Siamo in uno dei templi della Lirica: Il Gran Teatro La Fenice. Lei veste i panni di Violetta Valéry. Personaggio emblematico per eccellenza che, indubbiamente, resta pur sempre un arduo impegno per chiunque. Come si preparò a questo incontro con Violetta e, soprattutto, ad affrontare uno dei pubblici più competenti al mondo?
Il compito è stato doppiamente arduo, non solo per l’importanza del ruolo e del teatro, ma anche perché era in assoluto la mia prima opera completa cantata in pubblico. Per superare questa prova ci sono voluti impegno e studio intensi.
Dopo che il sipario è calato, e gli applausi l’hanno avvolta in un convinto applauso, quali sono state le sue sensazioni?
Ero incredula, mi sentivo come avvolta da una nebbia; ero talmente concentrata che ancora oggi ho un ricordo vago di tutto quello che è avvenuto la sera del mio debutto.
Dopodiché si cimenta con Donizetti. Da Catania si sposta a Zurigo. Qual era il suo ruolo in questa “farsa” denominata: Le Convenienze Ed Inconvenienze Teatrali?
Cantavo il ruolo della Primadonna. È un’esperienza indimenticabile perché mi ha permesso per la prima e ultima volta di calcare le scene insieme al mio adorato Maestro Simone Alaimo.
Altro caposaldo della Lirica interpretato, prima di lei, da mostri sacri, è quello di Mimì, nella pucciniana Bohéme. Si avverte una sorta di timore reverenziale verso coloro che hanno reso più che immortale questo personaggio?
Naturalmente è impossibile non far riferimento ai “Mostri Sacri” che hanno interpretato divinamente questo ruolo. Penso in primis a Mirella Freni e Monserrat Caballè. In tutti questi anni, però, ho sempre voluto cantare la mia Mimì.
Da Mimì a Musetta. È il Direttore D’Orchestra che sceglie quali parti affidare?
Di solito è la direzione artistica dei teatri che sceglie, a volte anche su suggerimento dei Direttori d’orchestra.
Lei ha calcato i palcoscenici più prestigiosi, tra i quali ricordiamo: il Regio di Parma, il San Carlo, il Verdi di Trieste, il Deutsche Oper e lo StaatOper, in quel di Berlino: c’è n’è qualcuno, più di tutti, che le regala suggestioni diverse?
Tutti questi grandi teatri mi hanno dato tante soddisfazioni e di ciascuno serbo bellissimi ricordi; tra gli altri il Teatro alla Scala di Milano, il Teatro Real di Madrid, il teatro di Valencia, il teatro dell’opera di Roma, l’Arena di Verona, lo Sferisterio di Macerata.
Il suo repertorio è, a dir poco, sterminato; ricordiamo soltanto Bellini, Verdi, Puccini, Donizetti e ci fermiamo: quale personaggio la ispira in maniera particolare?
Sicuramente Violetta; un ruolo molto complesso, ricco di pathos e introspezione; il ruolo che più di tutti esprime in maniera completa il valore dell’amore con la A maiuscola.
Ho seguito in Rete una sua performance con Leo Nucci. Mi riferisco, come immagina, al 12 Gennaio del 2014. Senza nulla togliere, e ci mancherebbe, alle sue altre esibizioni, in questa ho riscontrato un pathos straordinario. Mi dice la sua impressione?
È un ricordo bellissimo; è stata la prima volta in cui ho cantato con Leo Nucci ed è stata un ‘esperienza entusiasmante, come tutte le altre volte con il Maestro Nucci. Tra le altre cose mi fa piacere ricordare che in quell’occasione ho cantato per la prima volta in pubblico estratti dal Rigoletto, un’altra opera amata e molto importante nella mia carriera.
Signora Nuccio, Lei è osannata in qualsiasi ruolo: ma come si prepara prima di vestire i panni del personaggio a livello scenico? Anche come attrice si evince che Lei è una fuoriclasse.
La ringrazio per le belle parole; in realtà quando mi avvicino a un ruolo nuovo cerco prima di approfondire la parte letteraria alla base e poi studio il libretto e lo spartito. Indispensabile, naturalmente, è il lavoro con registi e direttori d’orchestra per l’approfondimento psicologico e scenico del personaggio.
Secondo Lei qual è l’Opera, accostando il libretto alla musica, più bella che sia mai stata scritta?
Il repertorio operistico è così pieno di tesori che mi risulta davvero difficile trovare un’opera più bella di altre.
Suona qualche strumento?
Da bambina ho studiato violino e strimpello il pianoforte.
C’è qualche personaggio, se ancora ne è rimasto qualcuno, di cui ancora non ha ricoperto il ruolo e che le piacerebbe portare in scena?
Sicuramente le Regine donizettiane e poi, se avessi un’altra voce, Tosca.
Tra la famiglia e la preparazione di un nuovo copione riesce a leggere un libro?
Sì, mi piacciono molto i romanzi storici; mi piace perdermi nell’immaginazione di luoghi e storie di altri tempi.
Oltre le Arie: ascolta altra musica?
Sì, mi piace molto la musica jazz e ascolto con molto piacere Ella Fitzgerald e Louis Armstrong.
Viaggia dappertutto e pertanto è impossibile elencare i posti dove ha regalato la sua magia canora. Dal sultanato dell’Oman a Monaco di Baviera; dallo sloveno Maribor al Palau De Les Arts di Valencia, solo per citarne alcuni. Mi dica la verità: preferisce uno storico San Carlo, oppure il fascino di un avveniristico Calatrava?
In realtà non ho una preferenza: entrambi possono regalare bellissime emozioni.
Ha mai pensato di incidere un disco?
Ad oggi esiste un’incisione della mia Liù in Turandot, con Metha e Bocelli e una registrazione video live della mia Desdemona in Otello dallo Sferisterio di Macerata. Sarebbe bello incidere un disco di Arie… chissà!
Non abuso oltre della sua gentilezza. Ci dica dove possiamo ammirarla prossimamente…
Nell’immediato futuro sarò a Catania per Bohème, e in tournée in Giappone sempre in Bohème.
Ringrazio Anna Laura Longo che mi ha fatto incontrare una regina della del Bel Canto, alla quale mi accomuna lo Scat della Fitzgerald e la tromba di Satchmo.
Stay Tuned.
Matane.

Jessica Nuccio
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