La questione meridionale richiede un impegno speciale da parte del nuovo Governo che, per questo, ha istituito un Ministero dedicato al sud

In questi giorni il nuovo Governo affronta la prova del Parlamento. Infatti, per poter entrare nella pienezza delle sue prerogative costituzionali ed operare con pieni poteri, deve ottenere la fiducia di entrambi i rami delle Assemblee legislative: Camera dei deputati e Senato della Repubblica.

Ottenuto il “lasciapassare” attraverso il conseguimento della maggioranza dei voti espressi dai parlamentari, il Governo potrà operare a pieno titolo e affrontare i tanti temi che l’agenda politico istituzionale pone con urgenza.

Inutile sottolineare che la situazione del Paese è molto complessa e i cittadini, dopo il voto, aspettano segni concreti già nel prossimo futuro e sulle tematiche fondamentali della vita.

In effetti, le attese nel nuovo esecutivo sono tante, per un profondo cambiamento. Non sarà impresa facile, perché, come tante volte abbiamo qui scritto, l’Italia non è completamente libera di agire dato che negli anni abbiamo assunto tanti, forse troppi, impegni e vincoli nei confronti dell’Europa.

Però, dobbiamo credere nelle qualità degli italiani e perseguire il cambiamento, senza barriere ideologiche preventive. Si tratta di un Governo difficile, ma la cui base è stata democraticamente eletta e deve essere messo alla prova dei fatti. Poi, si potrà parlare !

Il nostro è uno Stato democratico rappresentativo, ma dove cambiare qualcosa, migliorandola, è impresa molto faticosa e negli ultimi settanta anni tanti esecutivi hanno fallito gli obiettivi programmatici.

Una prova, ormai “storica” è la mancata soluzione della centenaria “questione meridionale”, ovvero il ritardo nello sviluppo dei territori del sud (ma, anche del centro) rispetto al nord del Paese. Ne scriveva più volte, in quell’epoca, anche mio nonno, lo storico Pier Fausto PALUMBO, insieme a tanti altri ingegni ed intellettuali di cui è stato ricco il Mezzogiorno italiano. tanti i tentativi fatti per decenni.

Durante la c.d. prima Repubblica venne, in vari governi, costituito un apposito Ministero, senza portafoglio, per l’intervento straordinario nel Mezzogiorno, insieme a tanti incentivi economici e procedure incentivate. Quasi mai però andati a buon fine, anzi spesso sprecati e finiti in mani “sbagliate” e ben poco di strutturale  è rimasto sui territori del sud dove anche i contributi europei sono stati spesso gestiti male o nella corruzione.

Ora, il nuovo governo, quello della speranza, per molti, ha previsto un “Ministero al Sud” proprio così denominato affidandolo ad una ministra nata e proveniente dalle regioni del nostro Mezzogiorno. Diamole fiducia e vediamo.

Tutti noi dovremo comunque rimboccarci le maniche continuando ad affrontare difficoltà quotidiane gravi, oltre che strutturali, solo così potremo “rientrare in partita” e dare speranze per il futuro. A presto.

Giorgio M. Palumbo

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