Un estintore e una bombola d’ossigeno utilizzate per aggredire un’infermiera dell’ospedale Santobono
Attimi di follia pura all’interno dell’ospedale pediatrico Santobono dove un’infermiera in turno presso il pronto soccorso è stata aggredita dai genitori di un piccolo paziente.
A seguito del tentativo di somministrare un farmaco sul quale i genitori del piccolo paziente pare nutrissero dei dubbi, si sarebbe innescata un’inaudita violenza dapprima verbale, poi seguita, purtroppo, da gesti inconsulti e minacce anche fisiche.
A rendere nota la vicenda è l’Associazione No Profit “Nessuno tocchi Ippocrate”, da sempre dalla parte dell’assistenza a chi ne ha più bisogno anche attraverso presidi e postazioni in giro per Napoli.
La furia dei due genitori si sarebbe manifestata attraverso il tentativo di lanciare verso l’infermiera un estintore e una bombola d’ossigeno: due oggetti presenti nel presidio ospedaliero e divelti per l’occorrenza.
Dure le parole dell’infermiera che, oggi, denuncia anche attraverso i social, rendendo pubblica la triste faccenda che l’ha vista protagonista mentre era nell’esercizio della sua professione in una struttura pubblica.
“Voglio parlare di un episodio spiacevole, un atto di violenza che ha interrotto il servizio del pronto soccorso del Santobono per più di 2 ore, mettendo a rischio la salute mia e soprattutto quella dei piccoli pazienti che non hanno potuto ricevere degna assistenza in quei momenti. Io, infermiera di pronto soccorso pediatrico, ho dovuto abbandonare il posto di lavoro durante il turno notturno. Mi è stato impedito di svolgere il mio lavoro, sono stata nascosta dalle mie colleghe in uno stanzino, rinchiusa a chiave per difendermi. Sono stata bersaglio di gente che nemmeno voglio classificare”.
L’infermiera continua spiegando che non avrebbe nemmeno successivamente potuto prestare soccorso ad una giovane mamma arrivata lì in pronto soccorso in preda al panico con in braccio la figlia neonata con gravi difficoltà respiratorie, ma che, la stessa, avendo la precedenza di un codice più grave, avesse paura che la coppia, inferocita, colpisse anche lei e la bambina.
Nonostante l’intervento dei vigilantes presenti nella struttura, i due genitori pare abbiano seminato il panico rallentando di non poco gli interventi di quanti richiedessero soccorso nel cuore della notte.
L’infermiera pare volesse somministrare del Nurofen al ragazzo 12enne, figlio della coppia, a seguito di un accertato dolore toracico. La madre, però, contraria alla somministrazione a causa dell’asma del ragazzino, avrebbe iniziato ad alzare la voce asserendo che se fosse successo qualcosa al figlio, a seguito della somministrazione di quel farmaco, l’avrebbe uccisa.
Nonostante le spiegazioni del caso fornite alla madre, la situazione pare sia degenerata in pochissimi minuti.
“Sono stanca di svolgere il mio lavoro così, non ho più voglia di combattere la violenza e la mancanza di rispetto per noi operatori sanitari. Non so se mai ci potrà essere soluzione. Ringrazio le mie colleghe che hanno fatto di tutto per tutelarmi e i poliziotti che hanno provato a sedare la rissa. Ci mettiamo il cuore ma inutilmente”- questa è la conclusione sconsolata dell’infermiera aggredita”.
L’ Ordine delle professioni infermieristiche ed l’ Ordine dei Medici definiscono intollerabile quanto accaduto anche per le numerose segnalazioni giunte agli organi competenti di bambini spaventatissimi da quanto stesse accadendo nel pronto soccorso.
I due genitori, 43 anni lui e 41 lei, sono stati denunciati per interruzione di pubblico servizio.
Foto dal web
Marianna Di Donna