Martina è un fiore, che sboccia nel suo bel prato fiorito. E’ una bambina bellissima, leggera come la nuvola dov’è seduta. Martina è la stella più bella nella notte buia. Martina è come l’ acqua pura del ruscello. Martina mi tende la mano ed io la stringo
– Mujibir Noshin Anjum (dal libro” Di lei dicono che amava la vita.Versi,pensieri e lettere per Martina)
Perché questa frase? L’argomento che affronterò qui è molto delicato. Non è il solito articolo dedicato all’arte e alla cultura, ma qualcosa di più profondo che sicuramente toccherà l’animo di chi leggerà ciò che sto per raccontare.
Il 5 Giugno 2018, ho avuto il piacere di intervistare il regista Francesco Maglioccola, che mi ha parlato con grande amore del suo lavoro; un cortometraggio intitolato IL MIO NOME E’ MARTINA. Durante questa intervista ho visto in esclusiva il film e posso dirvi che è un qualcosa di davvero sconvolgente che riconferma ciò che ho appena detto: è un qualcosa che tocca l’anima. Vi starete chiedendo perché, cos’ha di cosi speciale, bhè più di cosa direi chi, e io rispondo che di speciale c’è Martina. Ed è su questa persona che mi incentrerò. Ho appena detto che si tratta di una persona speciale e mi è bastato guardarla da uno schermo per capirlo. Martina è una ragazzina di tredici anni che vive in Palma Campania (provincia di Napoli) . Come tutte le adolescenti frequenta la scuola, gli amici, ha una famiglia che la adora, le piacciono le torte fatte in casa dalla sua adorata mamma molto brava in cucina, ha la passione per la lettura il suo romanzo preferito è il cacciatore di aquiloni, ma c’ è una cosa che ama forse più di tutte, LA MUSICA, suona il pianoforte. Ciò che ho descritto sembra la perfetta vita di una ragazzina che viva con spensieratezza la sua età, ma purtroppo qualcosa rompe questa armonia. Martina ha un brutto male, che ha il nome di leucemia. Passa i suoi giorni in ospedale tra terapie e chemio, ma Martina non è una che si arrende facilmente, lei a cui piace andare a scuola, Martina che ha la passione per la scrittura e la lettura, lei che si immedesima nei due bambini di Khaled Hussain che giocavano con l’aquilone, come se la sua vita fosse proprio quell’aquilone che volava in alto e che la guerra in Afghanistan non ha permesso più ai bambini di giocarci, è cosi, Martina dentro di se ha una guerra, che non vuole permetterle di vivere, ma lei sa che “anche se non vincerà la guerra, combatterà la battaglia” e lo farà con le uniche armi che ha a disposizione ovvero il sorriso e l’amore, per far si che quell’aquilone che la rappresenta possa ancora volare. Nel 2009 riceve il trapianto del midollo (parzialmente compatibile) e durante la sua malattia la ragazza non può frequentare la scuola ma da casa riceve lo stesso l’istruzione che le spetta. Martina sembra riprendersi quando viene colpita da una broncopolmonite nel 2011. Viene ricoverata prima a Napoli poi a Bologna ma il suo corpo ormai segnato e indebolito dalle chemio non ce la fa a sopravvivere. Martina Santella muore il 17 Settembre e con lei tutta la sua gioia di vita, si perché Martina ha lottato per l’amore che aveva verso la vita e soprattutto per la musica in quanto nonostante provata e distrutta dalle chemioterapie trovava la forza per esibirsi al pianoforte, cos’è questo se non profondo amore per la vita?
Attraverso il cortometraggio e soprattutto attraverso la descrizione raccontatami da Francesco Maglioccola, sono stata colpita dalla tenacia e dalla sua forza di rialzarsi e volare come quell’aquilone nel suo romanzo preferito, ed è proprio quello che viene evidenziato nel cortometraggio, la forte voglia di vivere di questa ragazza che fondamentalmente è una bambina, che sta combattendo contro un mostro, un assassino perché, a parer mio, sono questi i termini per definire questa malattia.
Ad interpretare Martina è Maria Federica Petrongolo, Giovanna Santella che interpreta se stessa cioè la sorella di Martina, Maurizio De Cristoforo nei ruolo di Francoantonio Santella, padre di Martina e infine una grandissima e bravissima Simona Capozzi che ha lavorato in fiction come L’oro di Scampia, I Bastardi di Pizzo Falcone e Gomorra la serie nel ruolo di Antonietta Diotallevi. Qui interpreta Carmela la mamma di Martina. La Capozzi interpreta questo ruolo in modo eccezionale, in cui si percepisce quell’amore materno, la dolcezza in cui possiamo vederla da un semplice gesto come il tagliare la torta fatta in casa che tanto piace a Martina, è una spalla forte un punto centrale nella vita di questa piccola guerriera. Il cortometraggio è raccontato in prima persona ma non voglio svelarvi oltre, ma invitarvi a vederlo per rendere vivo il ricordo di questa piccola grande donna e di tutti quelli che come lei hanno lottato contro la morte. In pratica è un inno alla vita, io l’ho sentito cosi.
Cinque anni fa Francoantonio Santella ha promosso l’iniziativa di fondare l’ASSOCIAZIONE SORRIDI ALLA VITA “MARTINA SANTELLA”, in quanto molti ragazzi tra cui anche gli amici di Martina vanno li per donare sangue. Tutto ciò serve per raccogliere fondi e donarli ai bambini del reparto Oncologia Pediatrica del 1 Policlinico.
Dedico questo articolo alla famiglia Santella che con questa associazione e questo cortometraggio mantengono vivo il ricordo della figlia; e lo dedico a tutte quelle persone bambini e adulti che stanno lottando contro questo terribile mostro, e soprattutto lo dedico a questa piccola grande guerriera che nonostante il suo male ha saputo tener testa finché ha potuto alla morte grazie all’amore e al suo grande cuore.
Ringrazio Francesco Maglioccola che mi ha permesso di realizzare questo articolo dedicandomi la sua disponibilità per parlarmi di questo meraviglioso progetto e di avermi fatto conoscere Martina.
Il film uscirà il 17 settembre 2018 nel frattempo per chi volesse vedere il trailer ecco il link:
A MARTINA…………..
Giuseppina Sorianiello