E’ una questione nazionale, oltre che campana

Il perdurante problema del trattamento dei rifiuti, alimenta una discussione sempre di attualità oltre che fonte di dissidi, anche in questi ultimi giorni, per le componenti del governo in carica. Ove una parte, richiamandosi alle realtà esistenti nel centro nord del nostro Paese, suggerisce la costruzione di “termovalorizzatori” per trattare i rifiuti anche nei territori del centro sud italiano, Campania compresa, mentre, l’altra componente dell’esecutivo che conosce il problema “avendolo in casa” è assolutamente contraria a tale soluzione.

Più in generale, sul punto, il dibattito fra le componenti ambientalistiche, sociali e politiche è pienamente aperto da almeno quindici anni ma, nel frattempo, cercandosi una soluzione tecnica che deve essere la meno invasiva possibile sul territorio e per la gente, il problema rifiuti, ed il conseguente inquinamento ambientale, ricorre ampiamente in quasi tutto il centro sud e, con particolare eco, in Campania.

Fra gli “inceneritori” ed i “termo valorizzatori” quale soluzione scegliere?

Intanto, ricorrono profonde differenze fra i due tipi operativi: poiché, nei primi, previa selezione dei rifiuti, si procede ad una mera eliminazione dei materiali per combustione, ovvero bruciandoli, con inevitabili e gravi risultanze inquinanti. Inoltre, sussistono due aspetti essenziali: il problema della plastica che bruciata sotto la temperatura di 800 gradi produce la pericolosissima diossina e quello delle ceneri prodotte dalla combustione, a loro volta da dover smaltire.

Mentre, gli impianti di termovalorizzazione, dopo un’accurata selezione del rifiuto, anche plastico, producono dalla combustione delle fonti energetiche. Infatti, riscaldano abitazioni, officine ed uffici consentendo di riutilizzare con vantaggio per le popolazioni quegli scarti; ma, anche essi producono ceneri a loro volta da smaltire. Qui, le ultime tecnologie hanno trovato soluzioni.

In ogni caso, interviene con forza il Governatore campano, fare una buona “raccolta differenziata” intanto abbatte di molti decimali il problema quantitativo, sul resto del quale occorre poi trovare una soluzione idonea e definitiva. Già, ma quale? Anche la raccolta dei rifiuti soffre di pluriennali deficienze, come dell’assoluta inciviltà di molta gente che continua a buttarli da ogni parte, a piedi ed in auto.

Eppure, come abbiamo più volte scritto, i “rifiuti” per molti Stati del nord Europa diventano ”oro nero”: noi paghiamo, tanto a tonnellata, per mandarglieli e loro li riutilizzano, in vario modo, producendo energia civile ed industriale.

Vogliamo finalmente trasformare un grave problema in una soluzione utile?

Sarebbe ora!  

A presto.

Giorgio M. Palumbo

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