Pomigliano D’Arco resta una fabbrica strategica, la “Panda” dove sarà prodotta e i motori costruiti a Pratola Serra (AV)?

Purtroppo, pochi giorni dopo il nostro articolo in argomento FIAT, casuale nella sua tempistica, orientato su di un primo commento del Piano industriale FCA valido fino al 2022, Sergio Marchionne, Amministratore delegato del Gruppo (7.mo Costruttore al Mondo, 3.o in Europa) è morto a seguito di grave malattia, lasciando un Progetto di sviluppo che, per il futuro, anche a medio termine resta tutto, o quasi, da verificare sia per il nostro Paese che per l’Europa.           

Per l’Italia, e la Campania in particolare, gli interrogativi riguardano i due attuali siti produttivi che nell’ultimo decennio vengono da situazioni molto difficili:                   

a) Pomigliano d’Arco, un polo automobilistico ubicato alle soglie di Napoli ove si assembla un prodotto di grande successo nazionale come la Panda;                                            

b) l’impianto di Pratola Serra, situato nell’alto della Provincia di Avellino, invece dedicato alla costruzione di motori modulari di nuova generazione.                                                                             

Si tratta di due situazioni lavorative molto importanti per le connesse ricadute non solo di natura economica ma sociali intanto per le famiglie dei dipendenti e più in generale per l’intera popolazione de territori provinciali coinvolti anche dall’indotto dell’automobile.

Sono circa 4.000 i lavoratori che, a vario titolo, sono coinvolti al presente in quelle fabbriche FIAT ed essi vengono da periodi difficili ove vi è stato ampio ricorso a turnazioni per riduzioni della produzione, ammortizzatori sociali, quali la “cassa integrazione” oppure esodi incentivati e comunque, negli ultimi dieci anni, mai vedendo il raggiungimento degli obiettivi produttivi programmati.           

Di certo, la crisi del settore automobilistico è coincisa con quella economica generale sommandosi inoltre con i peggiori effetti per l’uomo della globalizzazione di produzioni e mercati, laddove se nel tempo un prodotto non è competitivo viene immediatamente superato, rimpiazzato da un altro che magari sembra uguale, ma non lo è, a costo di Paesi e dipendenti ove il primo si produceva. Ma, il fenomeno globale non può essere fermato ad esempio dal ritorno dei dazi (= maggiori tasse), è illusorio poterlo fare.                                                                                           

Questa considerazione può riportarci ai contenuti controversi dell’ultimo Piano industriale firmato dall’A.d. Marchionne per il Gruppo FCA ed al destino di marchi e siti produttivi italiani: in estrema sintesi, la produzione di nuovi veicoli dovrà tendere all’alto di gamma, indipendentemente dalla grandezza esterna ed essere riconoscibile nella qualità dell’offerta per essere del migliore “made in Italy”.     

Allora, la Panda e la fabbrica di Pomigliano d’Arco che, per inciso, è collegio elettorale del Vice Presidente del Consiglio dei ministri, Luigi Di Maio che fine potranno fare.     

Cerchiamo di spiegarlo nell’articolo seguente.

Giorgio M. Palumbo

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