Al bar dello sport. In questa breve rubrica, Andrea Carpentieri – tifoso per mestiere, latinista per formazione, intellettuale secondo voci prive di fondamento, discuterà essenzialmente di calcio, non mancando di toccare altri temi che possano stimolarne la curiosità, con la speranza che ciò accada anche in chi avrà la ventura di leggerlo. Il tutto, sempre con leggerezza e cercando di non prendersi troppo sul serio: chiacchierando un po’ così, come si chiacchiera, appunto, al Bar dello sport.
Godiamoci la vittoria interna contro il Torino, vittoria importante e che non era per nulla scontata: quante volte, negli ultimi anni, il Napoli è sceso in campo sapendo di DOVER vincere – vuoi per tenere il passo di chi lo precedeva, vuoi per superare chi gli stava davanti, vuoi per mettersi al sicuro da chi lo inseguiva – ed invece si è “toppato”? Il gioeno dell’Epifania la squadra azzurra ha giocato un primo tempo davvero di alta qualità, seguito da una ripresa per la quale Sarri aveva previsto e temeva un calo fisico che c’è puntualmente stato: eppure, i tre punti li abbiamo presi. Fino a domenica, ora, la squadra pensi solo al Frosinone. E noi? Noi siamo tifosi, noi non andiamo in campo ad allenarci, noi possiamo perdere tempo a parlare – oltre che di tecnica e tattica (sia chi è titolato a farlo sia chi, come me, ne capisce poco) – dei fatti “di contorno”.
Allora ci sta anche che qualcuno si risenta perché Boban indugia a sottolineare che questi calciatori del Napoli sono, poveretti!, dei provinciali perché festeggiano sotto la curva il 2-1 al Torino: il risentimento nasce dal fatto che mai nessuno ha detto una parola, a sSky, sull’abitudine degli juventini di andare a festeggiare saltando davanti ai propri tifosi ogni singola vittoria ottenuta in casa da quando hanno aperto lo Stadium. Le parole di Boban non spostano di una virgola il discorso tecnico-tattico o la lotta scudetto, ma possono dare fastidio, ed è più che legittimo esprimerlo, questo fastidio. Io, personalmente, sul momento mi ci sono incavolato, per poi tornare a godermi la vittoria dopo 5 minuti. Tra i fatti di contorno ai quali accennavo sopra rientrano anche le italianissime polemiche sugli arbitraggi: è il bar dello sport, certo, ma a quel bar tutti noi prendiamo, che lo si ammetta o no, almeno un caffè ogni mattina.
Bene, l’altra sera – a termini di regolamento – il rigore al Torino poteva benissimo esser concesso, su questo non ci piove. La cosa su cui penso si debba riflettere è che poche ore prima, un episodio secondo me ben più netto – fallo in area dell’Inter – non è stato visto, o non è stato giudicato meritevole di rigore. Al bando il mos factionum, è un fatto incontestabile che siamo al terzo episodio clamoroso a vantaggio dei nerazzurri (senza parlare del doppio giallo che manca a Brozovic, sempre contro l’Empoli: da regolamento, dico, quel regolamento che induce a dire che ieri il rigore per il Torino ci stava): a Carpi, in casa col Verona, ad Empoli, agli avversari dei nerazzurri è mancato un rigore solare a partita. Un campionato giocato punto a punto rischia di essere pesantemente falsato dal ripetersi di certi episodi, soprattutto laddove – come accade fino ad ora senza che nessuno possa minimamente dimostrare il contrario, men che meno affermarlo – tali episodi vadano sempre tutti nella medesima direzione. Nessun complotto, sia chiaro: se ci fosse stato un accordo per favorire l’Inter, di certo a Napoli non avrebbero espulso Nagatomo.
Affermare l’inesistenza di un complotto non impedisce però di parlare di una sudditanza, di una tendenziale indulgenza, di un atteggiamento, insomma, che alla lunga rischia di incidere pesantemente sul torneo. Da domani gli episodi andranno fisiologicamente in pari e, per esempio, arriverà un errore a risarcire il Napoli dell’INCREDIBILE – alla luce ad esempio del fischio di ieri nella nostra area – mancato rigore+espulsione di Genova? Benissimo, al massimo ci saremo fatti due chiacchiere al bar del sport. Se così non dovesse essere, e magari le cose dovessero continuare ad andare in un certo modo, allora vorrà dire che i nostri dovranno essere più forti di tutto e di tutti. Poi, è chiaro, se si deve parlare solo della Juve, va bene: però io di questa ossessione faccio volentieri a meno.
Andrea Carpentieri