Durante tutto il periodo natalizio sono stato ospite graditissimo (?) della famiglia Pierfederici, che mi ha invitato a trascorrere, in località baciata dal sole, il tempo dell’artrosi.
Ho percorso migliaia di chilometri ma veramente mi sono rigenerato; e pertanto ringrazio.
La maggior parte della giornata l’ho passata tra pesca subacquea ed elioterapia.
Si è parlato del nostro amato (?) Stivale ed ogni tanto la discussione verteva sulla classe politica: poca, in verità, la classe! Si conveniva di come “questi” siano capaci di dire stronzate anche rimanendo in silenzio.
Tanti gli aneddoti e le avventure, che non riporto giacché non interesseranno i lettori.
Ricordo, però, di una sera che il Maestro è riuscito a smogliarsi (locuzione maori che sta a significare: liberarsi della consorte) e siamo usciti soli soletti. Appena arrivati nella piazza principale subito abbiamo notato che due bellezze locali offrivansi e ci tallonavano. Ma noi che siamo uomini di mondo, che non siamo nati ieri e nemmeno l’altro ieri, abbiamo ben interpretato le intime intenzione, e pertanto abbiamo ingranato la quarta, pur stando a piedi, per non farci accalappiare.
Dopodiché ci siamo accomodati in un ristornate che dava sul mare ed abbiamo ordinato una bella zuppa. Al cameriere che chiedeva se di cozze o di pesce, all’unisono abbiamo risposto che cercavamo una calda zuppa di latte.
Io l’ho sentito che sottovoce, più o meno, sacramentava: “Basaglia has combenado en desastro”. Il Maestro diceva di no, ma io qualcosa del genere l’ho captata.
Comunque; lasciamo perdere questa facezie e parliamo d’altro.
E vale a dire di quanto Lucia Mazzaria mi ha presentato il Tenore Giancarlo Santelli, il quale con grande cordialità e garbo ha accettato di rispondere ad alcune mie curiosità: dalla piacevole chiacchierata ne è venuta fuori la seguente intervista.
Sei, da parte di padre, di origine italiana. Di quale regione precisamente?
Dalle notizie che ho ricevuto, una parte della mia famiglia paterna era di Napoli e l’altra Corsa.
Sei mai stato in Italia per visitare i luoghi dei tuoi avi?
Sono stato in Italia, a Palermo, Roma, Firenze, Milano, Bari e Matera. Sfortunatamente non sono mai riuscito a vedere Napoli, ma la vita è ancora lunga e sicuramente si presenterà l’occasione.
La tua passione e l’amore per la musica si manifestano sin da piccolo: ma in che modo ti sei avvicinato al Bel Canto?
Quando ero bambino la musica era il mio mondo di giochi: ero letteralmente incantato dal mondo dei suoni. L’approccio con il Belcanto è arrivato più tardi, all’età di diciannove anni.
Leggo che il tuo papà, vista la tua inclinazione, ti iscrive ad un corso di Cuatro: qual è la particolarità di questo strumento?
Il Cuatro è uno strumento popolare usato per suonare musica folk. Come indicato dal suo nome, questo strumento è composto da quattro corde che possono essere di budello o di nylon e che si contano da sinistra a destra, quarta, seconda, prima e terza e che musicalmente corrispondono al La1, Re2, Fa# e Si1.
Chi era il Maestro?
Era il Maestro Jesus Gonzales
Quanti anni avevi quando ti sei esibito nel tuo primo concerto pubblico?
Avevo solamente otto anni.
Che ricordo hai di questo momento, credo, indelebile?
Ricordo di aver sentito una enorme pace, sensazione che porto dentro ancora oggi quando ripenso a quel momento.
A quanto pare il solo Cuatro non era sufficiente a placare la tua voglia di suonare. Ti accosti agli strumenti a percussione con gli insegnamenti del M° Aniello Castillo, e ti sei interessato alle sonorità afro/venezuelane. Come è nato questo desiderio?
Più che un desiderio credo sia stato un impulso oppure un’attrazione nata dal ritmo, dal polso. Gli esseri umani sono musicali: per parlare abbiamo il ritmo, il nostro cuore ha un ritmo. La musica afro-venezuelana è carica di una grande forza che attrae, che si muove, penetra in ogni fibra, fa ballare! Crea una grande magia. I tamburi, in Venezuela, sono un’espressione musicale che deriva dagli schiavi africani che furono portati dai colonizzatori spagnoli principalmente sulle coste del paese. Conseguentemente, le pratiche e tradizioni religiose africane si sono unite a quelle locali plasmando un misto di ritmi popolari dai quali sono nate canzoni e rituali incorniciati in un’atmosfera magica.
Come conciliavi la scuola con lo studio?
Quando ami qualcosa c’è sempre tempo! Se ci tieni sul serio combatti per ciò che desideri.
In famiglia cosa pensavano di questo tuo entusiasmo musicale?
La mia famiglia si è divertita a vedermi tanto attratto dalla musica. La musica per un bambino ha un’influenza positiva nonché un grande contributo dal punto di vista umano, emotivo e pedagogico. Con il passare degli anni ho potuto constatare che i miei genitori vedevano la mia comunione con la musica e l’arte come qualcosa di perfetto, di molto significativo e che sicuramente avrebbe segnato la mia vita. Indubbiamente ogni genitore desidera il meglio per i suoi figli anche se è un mondo, quello musicale, senza garanzie. Fortunatamente oggi sono molto soddisfatto e i miei genitori sono profondamente felici.
Un uomo, un amico: Daniele Barón. Mi parli di lui?
Daniel è più che un amico, è un fratello che mi ha dato la vita! Siamo cresciuti assieme ed abbiamo vissuto un’infanzia e adolescenza completamente dediti alla musica. Il rispetto, l’amore e il livello di impegno per ciò che abbiamo fatto è sempre stato lo stesso, anche col passare degli anni. Quando è arrivato il suo momento ha scelto il percorso che avrebbe segnato la sua carriera a livello professionale e in quella transizione è stato lui a mostrarmi la via. Gli devo molto, e sento un’immensa gratitudine per avermi permesso di essere parte della sua vita.
Che mi dici, invece, di Juan Carlos Hernández?
Juan Carlos è stato molto importante nel processo dei miei studi poiché è stato uno dei primi insegnanti a motivarmi nel diventare cantante. Lui è un grande trombettista ed ha colto in me quel dono che anni dopo mi avrebbe permesso di cantare generi musicali come il Bolero, la musica Messicana e il repertorio Latino-Americano
L’unione con questi ti fa capire che la tua vita sarà la Musica?
Penso di averlo sempre capito. Un istinto è incorporato nei nostri geni, nei nostri cuori, è l’anima dell’Artista quella voce che ti parla e ti sussurra internamente ogni giorno e che devi seguire, sia che canti o che suoni o che balli. La musica abita il nostro essere in ogni momento della nostra vita; ma è vero che sia Daniel che Juan Carlos, sono state due persone fondamentali perché il loro contributo ha segnato indubbiamente la mia vita.
In giovane età nasce il tuo primo figlio. Ovviamente le priorità diventano altre. Lasci il percorso musicale e ti iscrivi alla Universidad“Fermin Toro” per gli studi Marketing. Quanto ti è costato, emotivamente, l’allontanamento dalla musica?
Ovviamente la nascita di mia figlia, quando io ero ancora molto giovane, mi ha portato a fare una breve pausa e a riconsiderare la mia vita da un altro punto di vista;è stato sicuramente un periodo di instabilità, dubbi e confusione ma, fortunatamente, molto breve. Ho lasciato gli studi universitari per fare il padre e ricercando la stabilità che in quel preciso momento era fondamentale, mi resi conto che la mia unica opzione era la musica perché era ciò che sapevo fare meglio. Voglio pensare che la nascita di mia figlia abbia portato con sé una benedizione che mi permise di prendere la strada giusta. Potrei dire che l’amore è stata la mia salvezza.
Passano un paio di anni ed ecco che ricompare l’amico fraterno Daniel per riportarti sulla via pentagrammata. Che ti ha detto per convincerti? Ma tu hai accettato subito?
Daniel, un bel giorno, mi chiese di accompagnarlo alla scuola di musica ed io fui d’accordo. Fu una sorpresa: mi aveva combinato un’audizione con il Direttore della compagnia dell’Opera, quindi non ebbi altra scelta che cantare sia per il pubblico che per l’insegnante. Fu un grande successo perché mi fecero immediatamente quella famosa offerta alla quale non avrei potuto dire di no, oltre al fatto che arrivava nel momento giusto della mia vita, sia perché cercavo quella stabilità che mi permettesse di assolvere ai problemi di un capofamiglia, oltretutto molto giovane, sia perché la musica era il mio elemento vitale.
Un’altra persona che è stata fondamentale per il tuo avvenire, il M° Angelo D’Addona. Che ricordo hai del tuo incontro con lui?
Forse dire che è stato meraviglioso è poco, ma non trovo una parola migliore al momento. È stato un vero onore averlo conosciuto.
Dopo l’audizione col Maestro la tua vita cambia radicalmente. Dài racconta…
Certo che racconto…Èstato come scendere da una vecchia macchina e salire su di una Ferrari. Ci fu una grande successione di eventi, discorsi, studio, apprendimento, crescita, ecc.. ecc… Angelo oltre ad essere un grande musicista e cantante è un essere con un enorme livello spirituale: mi ha insegnato molto di ciò che so, ma prima di tutto mi ha fatto capire che i percorsi della vita sono infiniti e che non c’è una verità assoluta se non la propria.
Un giovane di circa ventitré anni si presenta al cospetto del fondatore di El Sistema, vale a dire José Antonio Abreu, per esibirsi con “Amor Ti Vieta”, aria tratta dall’opera Fedora di Umberto Giordano: quali sono state le emozioni di quel momento?
Il Maestro Abreu era un genio! La sua presenza emanava una forza straordinaria, ed ovviamente mi sento fortunato di averlo conosciuto, di aver cantato per lui e non posso descrivere la felicità per il fatto che si sia interessato a me così tanto. Dio lo ha nella sua Santa Gloria!
Fu, questo, per te un periodo di grandi soddisfazioni. Insieme alla Compagnia sei stato protagonista nei più prestigiosi teatri venezuelani; quali il Colon, in quel di Bogotà; il Gran Teatro La Habana, a Cuba; il Trujillo in Perù e numerosi altri in tutto il SudAmerica. Pensavi di avercela, ormai, fatta?
Non ci ho mai pensato.
Un altro avvenimento importante è stata l’audizione con un italiano eccellente, quale il M° Angelo Pagliuca, Direttore della Orchestra Sinfonica De Venezuela…
Devo al Maestro Angelo la grande opportunità di poter cantare nel più grande Teatro dell’Opera del mio paese e gli sarò eternamente grato per avermi dato un così grande contributo per la mia crescita artistica.
Come riuscivi, e riesci, a conciliare i tuoi impegni professionali con quelli familiari?
Fortunatamente ho una famiglia meravigliosa. Mia moglie ama la mia professione… O forse ciò che lei ama davvero è vedermi felice facendo musica. Non vogliamo una vita perfetta, semplicemente il nostro unico desiderio è di essere felici, attraverso la libertà, l’amore e il rispetto.
Siamo nel 2004. Sbarchi in Europa e ti presenti all’ ATAO (Associazione Tinerfeña Amici dell’Opera) e ricevi una borsa di studio per lezioni di perfezionamento con il grande Vittorio Terranova. Quali sono stati i suoi insegnamenti?
Il Maestro Terranova appartiene ad uno dei periodi più importanti dell’Opera, il tempo dei grandi Tenori. Ha svolto una carriera di grande importanza e ovviamente per me ha significato molto poiché si aprivano le porte della conoscenza di una tecnica e di un repertorio che ancora non conoscevo.
Poi hai studiato con celeberrimi Soprano. Descrivile con poche parole: Mirella Freni.
Una donna di gran temperamento.
Raina Kabaivanska.
Una donna di classe, educata e gentile.
Lucia Mazzaria.
Una donna amorevole con sentimenti profondi
Passano gli anni, con un’ineguagliabile sequela di successi, e nel 2017 imprimi la tua voce su CD. Il disco è: Dos Tenores: Dos Pasiones. Lo incidi insieme al tenore spagnolo Badel Albelo. Quali sono stati i brani scelti?
Abbiamo fatto una selezione di repertorio Latino-Americano nel quale abbiamo incluso musiche del Maestro e Compositore Augustin Lara, la famosissima “Granada”, per esempio, e anche un tango molto bello dal titolo “Arrancame La Vida”, e molte altre belle musiche.
Per concludere: puoi anticiparmi quali tournée ti attendono in questo duemiladiciannove?
Questo sarà un anno ricchissimo in crescita e di cambiamento. Per ora posso solo dire che abbiamo un grande tour di concerti in Europa. Saremo ovviamente in Spagna ma anche Germania, Svizzera e Francia.
Devo dire che: Giancarlo Santelli è nato nel 1977 a Carúpa e, nonostante le indubbie difficoltà, ha deciso di dedicarsi alla sua passione, che lo ha portato ad essere uno dei tenori più apprezzati ed affermati del suo Venezuela ma non solo.
Concludo, ringraziando Lucia Mazzaria che mi concede sempre il privilegio di incontrare artisti di notevole spessore; e ringrazio Alessandro Pierfederici che in tutto questo tempo non mai permesso che sborsassi un solo Euro.
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