Vergogna pubblica ed indignazione per il rogo che ha visto distrutta la Venere di Pistoletto
L’opera inaugurata una quindicina di giorni fa dal maestro Michelangelo Pistoletto e installata al centro di Piazza Municipio, a Napoli, è andata in fumo intorno alle ore 5,30 di questa mattina.
La Venere degli stracci, ormai, è ridotta in cenere dopo che un’intensa colonna di fuoco e fiamme l’ha completamente avvolta, distruggendola.
Sul posto son intervenuti i vigili del fuoco e gli agenti della polizia municipale, mentre gli inquirenti sono al lavoro per verificare le dinamiche dell’accaduto visualizzando le telecamere attive nella zona. Per ora l’ipotesi maggiormente accreditata sarebbe quella del dolo.
Secondo una prima ricostruzione, sembrerebbe che alcuni testimoni abbiano visto un gruppo di persone passare vicino all’opera poco prima che scoppiasse l’incendio.
Quello che, però, indigna più di ogni altra cosa è proprio il fatto che l’installazione della Venere si trovasse a due passi dalla Questura, di fronte a Palazzo San Giacomo e vicino agli uffici del Tar, posti dove la sorveglianza è presente H24.
La Venere degli stracci ha colto la curiosità sia dei tanti turisti che arrivano al porto di Napoli in crociera sia gli abitanti della stessa città. L’artista aveva scelto di installarla proprio a Napoli perché la bellezza della Venere poteva ben essere accostata alla bellezza di Napoli che “con i suoi stracci” indica la sofferenza degli scarti della società.
Un’opera che sembra contorniata di una modernità incredibile ma che, in realtà, pare sia stata creata agli inizi degli anni 60 e, di sicuro, non sembrerebbe essere nata in onore della città di Napoli: essa poteva trovare, secondo l’artista che l’ha realizzata, un’integrazione e una relazione con l’esterno in qualunque posto potesse essere allocata.
Oggi, a seguito del rogo, l’opera viene comunque fotografata per ciò che ne è rimasto, un groviglio di lamiere che ne delineava la struttura. E questa cosa sembra far più terrore del rogo stesso in una città ricca di storia e di cultura come è Napoli.
E mentre ci si interroga sulle responsabilità e sulle colpe, oggi si sviluppa anche quella consapevolezza che forse non si riesce a vivere liberamente se non perennemente controllati e tenuti d’occhio, perché noi, da soli, non siamo più capaci di autocontrollarci e di avere rispetto.
Foto dal web
Marianna Di Donna