Partita una causa di canonizzazione per Francescopio
Mi chiamo Carmela, e sono una mamma divisa tra cielo e terra. Sono la mamma di Francescopio. Quando ho scoperto di essere incinta del mio bambino, ho subito pensato che lui fosse un miracolo nella mia vita, perchè precedentemente avevo avuto due aborti tumorali. Il medico era stato chiaro nel dirmi che non avrei potuto più avere figli.
La gravidanza è stata difficile e piena di rischi, ma lui ha voluto fortemente nascere. L’unico maschio in mezzo a tante femmine, Francescopio aveva stravolto totalmente le nostre vite, soprattutto la mia. E’ stato un bambino con una spiccata sensibilità, attento e premuroso. Infatti, Francescopio non mi ha mai detto ti voglio bene, ha sempre usato le parole “Ti amo”.
Un giorno, mi recai dal parrucchiere e lo lascai dormire con il papà; aveva all’incirca due anni. Quando ritornai a casa, lo trovai tra le braccia di mia figlia Giusi disperato per non avermi trovato al suo risveglio. Lo presi tra le mie braccia, e mi disse: “Mamma quando non ti ho trovata, il mio cuore si è spezzato”. Io lo guardavo e non trovavo parole, così piccolo già parlava di cuore spezzato. Gli risposi che ero andata a farmi lo shampoo, e lui con una grande calma mi disse: “Non ti preocupare mamma, ora sto bene, sono guarito perchè tu sei tornata a casa da me”. Le sue affermazioni mi lasciavano meravigliata. Ho avvertito fin da subito che era un bambino speciale. Francescopio non volveva vedere le persone tristi, cercava sempre di farle sorridere.
In 4 anni ha arricchito la mia vita e non solo: tutti quelli che l’hanno conosciuto, e in particolare i suoi amichetti di classe hanno un ricordo speciale di lui.
Nell’ottobre del 2017, Francescopio ha cominciato ad avere i primi dolori alle gambe e mostrava difficoltà a camminare. Dopo varie visite mediche, il primo dicembre lo portammo all’ospedale Santobono per una visita neurologica. Di li a poco, nel tardo pomeriggio, entrò in sala operatoria per un tumore alla colonna vertebrale. Con tanta pazienza, senza piangere, Francesco cercava di consolarmi. Io gli stavo acconto dicendogli di essere forte e che presto sarebbe ritornato a correre ed a giocare con i suoi amici. Dopo 8 ore di intervento, fu messo in rianimazione. Il giorno dopo, incontrammo i medici, di prima mattina, che ci dissero che sarebbe tornato in camera nel pomeriggio perchè, dopo una risonanza di controllo, le condizioni erano apparse stabili.
Quando ritornò in camera, Francescopio era in uno stato di dormiveglia e mi chiese dove ero stata. Io risposi che non mi ero mai allontanata da lui, ma con un filo di voce, mi disse: “Sei bugiarda, io non ho sentito il tuo profumo”. Il mio cuore per un attimo si fermò.
Sono stata sempre una credente ma poco praticante. In quel momento così difficile, mi ero affidata alla Madonna, perchè solo lei poteva capire il mio dolore. Fu in un attimo, Francescopio intravide il rosario che era tra le mie mani e dicendo che era il suo, se lo prese. Da quel giorno, quel rosario è stato il suo compagno di viaggio.
Quando siamo ritornati a casa, la prima cosa che mise nel letto fu proprio quel rosario di legno. Quando si spostava da una stanza all’altro, o quando ci recavamo in ospedale per le medicazioni, la corona del rosario era sempre fra le sue manine.
Nel frattempo, trascorrevano i giorni e la condizione di salute di Francescopio peggiorava. L’istologico non arrivava, i dottori del Santobono mi dissero che non erano riusciti a capire che tipo di tumore avesse Francesco, avevano mandato i vetrini a Roma, ma a distanza di quasi un mese niente ancora. Francesco non era stato ripulito del tutto, ma i dottori dicevano che senza L’istologico non potevano procedere a chemio e radio. La malattia inesorabilmente si impossessa del mio piccolo Francesco. Dopo le festività natalizie, facemmo nuovamente tutti i controlli e da li l’atroce verità: per Francesco, secondo i medici del Santobono non c’era più niente da fare. Mentre continuava a stringere il suo rosario tra le mani, io non ruscivo più a pregare ne per mio figlio ne per nessuno. Ero solo molto arrabbiata. L’unica cosa che potetti fare, fu di recarmi dal mio parroco insieme a mio marito. Come a dei figli, ci esorto a percorrere altre strade. Cosi partimmo per Genova e ci ritrovammo ad affrontare qualcosa di più grande di noi.
Fu a Genova che Francescopio iniziò a preparmi per ciò che sarebbe inevitabilmente accaduto. Partimmo di sera tarda e arrivammo il venerdì mattina. Subito i medici si presero cura di Francescopio, non riuscendo a capire perché non c’era ancora L’istologico e perché non avesse fatto chemio e radio per tamponare la situazione. Il sabato fece il puntato midollare per capire che tipo di tumore avesse il mio piccolino. La domenica iniziò subito le chemioterapia e i dottori si accorsero anche che Francesco aveva una trombosi in atto nella gamba destra. Stava male il suo malessere era il mio, ma i suoi occhi già vedevano oltre. Nonostante la morfina, i suoi dolori erano atroci ma non si lamentava mai, nemmeno i medici riuscivano a spiegarsi come un bambino cosi piccolo potesse sopportare dolori così forti senza lamentarsi. Io capivo quando stava male perchè lui diceva: “Gesu dove sei? Aiutami”. Ma quando gli chiedevo se avesse dolore rispondeva: “Non ti preoccupare mamma, adesso con la carezza della Madonna passa tutto”. Il martedì arrivò la sentenza Francescopio aveva un tumore Rabdoide mutato, un tumore rarissimo che non aveva cure, e purtroppo la situazione non era, ma gravissima. Io e mio marito eravamo scioccati, parlando con i dottori capimmo che erano stati fatti tanti errori, ma adesso la priorità era nostro figlio.
Un pomeriggio mi chiamò e disse:”Mamma, facciamo le tante Ave Maria?”. Francescopio amava questa preghiera ma io non capivo cosa volesse dire. Cosi alzò il rosario e mi fece capire che voleva recitate il Santo Rosario. Da quel giorno, ci ha accompagnato davanti ai piedi della Madonna.
Certe notti rideva nel sonno e quando si svegliava di soprassalto, mi guardava e diceva che ero bella come l’altra mamma, allora, io gli chiedevo chi fosse l’altra mamma e lui rispondeva quella che dormiva sotto la sua testa. Sotto il capo, Francescopio aveva appoggiato sul cuscino una maglietta con il volto della madonna di Međugorje. “Mamma lei viene sempre da me, mi accarezza il viso e mi dice che staro bene”. Ogni volta che mio figlio mi diceva questo, io speravo nella Grazia.
Un pomeriggio, dopo un esame, mi disse che nel macchinario della scintigrafia Gesù bambino gli aveva fatto compagnia e gli aveva detto che sarebbe stato bene. Iniziai, così, ad aggraparmi al rosario e alla Madonna.
Dopo circa un mese ci misero in day hospital. Le cose andavano un pochino meglio. Però doveva fare degli esami prima delle dimissioni fece un ecocuore perché aveva la pressione alta a causa delle chemio. Quando andammo in cardiologia, la dottoressa mi disse di stendermi vicino a lui cosi sarebbe stato piu tranquillo. Dopo l’esame lo abbraciai e gli disse che era stato bravissimo e lui mi rispose: “Certo mamma, sul lettino con me e con te c’era anche la Madonna, mi ha accarezzato e mi ha detto Francesco non ti preoccupare tu starai bene”. Io, mio marito e la dottoressa ci guardammo sorpresi da quella risposta, data con tanta naturalezzza.
Purtroppo riuscimmo a stare solo 10 giorni in day hospital, perché la sua situazione precipitò. Il giovedì sera, Francescopio prese il mio viso fra le sue mani e prima di mettersi a letto, mi disse: “Mamma, il mio respirto è il tuo respiro, il tuo respiro è il mio respiro. Io ti amo, noi siamo sposati per l’eternità”. Ed io stringedolo a me senza capire il senso di quelle parole, gli dissi:”Si a mamma, siamo sposati per l’eternità”.
Il giorno dopo ebbe un arresto cardiorespiratorio e da quel momento è stato tutto in discesa. Francescopio andò in rianimazione e dopo 10 giorni è rinato in cielo. La sua malattia purtroppo era arrivata al cervello, i dottori del Gaslini hanno tentato di tutto per farlo risvegliare, per far si che noi potessimo salutarlo per l’ultima volta ma questa malattia terribile ha sempre avuto il sopravvento su Francesco.
Tanti errori sono stati commessi sul mio piccolini, qui a Napoli, e se esiste una giustizia prima o poi tutti i nodi arriveranno al pettine. La situazione qui a Napoli non è mai buona, purtroppo siamo sempre costretti a correre via e quando lo facciamo ci rendiamo sempre conto che quando arriviamo dove ci possono aiutare o è troppo tardi o sono stati fatti degli errori gravi.
Io non mai trattenuto mio figlio, ho pregato e fatto pregare che il Siignore lo partesse a se, l’ho affidato alla sua mamma celeste. Lui con lei sarebbe stato bene.
Francesco è andato via, il martedì 27 febbraio 2018, prima che morisse, i dottori mi dissero che erano 5 anni che non nevicava a Genova. Quei giorni, Genova era ricoperta di neve ed io nella mia testa ho sempre pensato che nemmeno la pioggia voleva accompagnarlo, voleva accompagnarlo la candida neve, pura come lo era lui. Quando il medico mi disse che ormai era arrivato il momento, presi le sue mani e gli dissi: “Guarda Francè, mamma è forte, non piange”, passai la sua mano sui miei occhi, “Mamma è forte, tu adesso devi andare, devi andarti a riposare, perche sei stanco. Da lassù veglierai su di noi qua giù”. Alle 19.10, Francesco è nato in cielo.
Tra pochi giorni, all’incirca un mese, sarà l’anniversario. Sono 3 anni che è nato in cielo, e tante le cose che sono accadute da quando non c’è piu. Per lui è partita una causa di canonizzazione, e abbiamo aperto un pagina Facebook “Francescopio Apostolo di Maria e del Rosario” dove ci sono tante testimonianze per le sue intercessioni, tantissime persone che chiedono l’intercessione per la conversione dei cuori.
Io oggi, con il senno di poi, prima di tutto posso dire di essere una mamma fortunata perchè ho potuto godere dell’amore di un figlio eccezionale, un dono prezioso e ad oggi non mi ritengo una sopravvisuta alla morte di mio figlio, io vivo per me e per lui. Il dolore è grande, ma l’amore ancora di più.
Mamma Carmela