Registra e produttore di cortometraggi e non solo, Francesco Maglioccola parla delle sue passioni e dei suoi obiettivi.

Quando e come è iniziata la sua carriera?

“La mia carriera è iniziata più di trent’anni fa. Poco più che adolescente mi trasferii a Roma dove frequentai la scuola di recitazione Star Line di Cinecittà. Già all’epoca mi affascinava il mondo dello spettacolo e riuscii a lavorare come attore di fotoromanzi, in pubblicità e con piccoli ruoli in teatro e al cinema. Con il tempo è maturata in me la passione per la regia e contemporaneamente si è manifestata sempre di più la voglia di raccontare il mondo che ci circonda a partire dalle piccole cose. Molto spesso ciascuno di noi è spettatore distratto di miliardi di vite che ci girano intorno. Il mio intento è sempre stato quello di fissare lo sguardo su quegli aspetti importanti e su quei dettagli spesso trascurati pur se fondamentali”.

Cosa le piace maggiormente trattare nei suoi corti? Qual è il messaggio che vuole trasmettere?

“I temi di attualità sociale, le difficoltà giovanili, il bullismo a scuola, la criminalità minorile, il divorzio, la crisi economica, il gioco d’azzardo sono solo alcune delle tematiche che ho affrontato sempre con l’intento di mettere in evidenza il piccolo particolare che può avere conseguenze che investono l’intera società. Voglio trasmettere la speranza nelle capacità dell’uomo di migliorare facendo leva sulle sue qualità morali”.

La soddisfazione maggiore?

“È sempre nascosta nel nuovo progetto da affrontare. Non mi fermo a guardare ciò che ho realizzato perché ciò mi impedirebbe di andare avanti per migliorare me stesso e ciò che faccio”.

Cosa bolle in pentola?

“Sto lavorando ad un nuovo racconto con l’intento di realizzare un medio-metraggio. Affronterò il tema della globalizzazione mettendo a confronto varie generazioni e tentando di mostrare, se possibile, le conseguenze legate alla diffusione di massa di comportamenti omologati, standardizzati, che si allontanano sempre più dalle radici socio-culturali di un gruppo, di una comunità di individui, creando spesso una vera e propria alienazione sociale, uno smarrimento dei valori positivi che caratterizzano l’individuo inteso come elemento di un tutto armonico. Per le riprese utilizzerò un semplice telefonino con l’obiettivo di convincere lo spettatore che ciò che sta guardando è ripreso in diretta dalla vita reale. Il titolo di questo progetto sarà Remini…scienze, una sorta di gioco di parole che indica il confronto di cui parlavo”.

Cosa ne pensa del cinema italiano attuale?

“Purtroppo le esigenze di natura commerciale, del profitto facile, si scontrano inevitabilmente con la produzione artistica vera e propria. Non sempre assecondare le richieste del pubblico consente di realizzare un prodotto di qualità, anzi, molto spesso si rischia di assecondare una china di degrado culturale. Provo profonda ammirazione per quegli artisti e quei produttori che rischiano caparbi la realizzazione di film di qualità, anche affrontando temi scottanti, senza fissare tutta l’attenzione sul successo di botteghino”.

Marialberta Lamberti

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