La signora Francesca Della Valle non ha alcun bisogno di una mia presentazione e/o introduzione, giacché in Italia sono pochi coloro che non sanno di chi stiamo parlando.
La sua poliedricità a dir poco eccezionale e la sua vulcanica maestria che ha pochi emuli le consentono, in qualsiasi campo si cimenti, di raccogliere consensi sia di pubblico che di critica.
Non mi avventuro nell’elencare gli svariati premi, riconoscimenti ed attestati che ha ricevuto, e riceve; tantomeno, per evitare di far notte, elenco le sue partecipazioni/collaborazioni in ogni settore artistico, in quanto le trovate in Rete e su tutti le Riviste che si occupano di Cultura in ogni sua forma.
Se poi volete sapere qualcos’altro, specialmente the affairs of the heart, non c’è Settimanale che non si occupi di lei, di loro, per meglio dire.
Grazie all’intermediazione di Vincenzo Maisto sono riuscito a mettermi in contatto con lei, che ben volentieri ha acconsentito a soddisfare qualche mia curiosità di cui vi rendo partecipi.
Ecco di cosa si è parlato.
Lei è una donna dai molteplici interessi; uno di questi è l’editoria. L’Italia è un popolo di scrittori ma di pochi, soprattutto in età scolare, lettori. Come fare, a suo avviso, per invogliare a leggere di più? Considerando inoltre che la grammatica italiana, in ogni sua accezione, è divenuta quasi un optional?
I molteplici interessi nascono dalla continua ricerca mentale, dettata dalla curiosità che solo la lettura, con la conseguente visione dell’oltre, può offrire. Per invogliare alla lettura bisognerebbe inculcare, sin da piccolissimi, il gusto del ormai scarso interesse che, la bellezza del libro, riesce a trasmettere. Sin dalla più giovane età, per approfittare dell’innata curiosità dei bambini, bisognerebbe far scoprire il piacere della lettura anziché il dovere della lettura.
Dottoressa Della Valle, Lei è laureata in Lettere e Filosofia; materie umanistiche che poco si conciliano con una attualità materialistica pronta a definire morte le lingue che, viceversa, sono più vive e presenti che mai. Qual è il suo pensiero al riguardo?
Come vede, sono anacronistica! Per sei anni ho divulgato, attraverso le mie trasmissioni TV, in parte del mondo, a partire da Malta, l’eccellenza della nostra lingua italiana; la sua musicalità e l’appartenenza ad una cultura che non ha eguali. Bisognerebbe riscoprire ulteriormente i dialetti, molti dei quali hanno dignità di lingua autonoma; frutto di storie antiche, incroci di culture spesso modellati, nel corso dei secoli, da mestieri, usi e abitudini comunicative dei molti popoli che hanno abitato le tante regioni italiane. Penso ai Longobardi e Celti del nord, oppure ai Greci, Arabi e Spagnoli del sud ed ai Francesi del centro.
Di origini pugliesi è diplomata in Solfeggio e Dettato Musicale. Le piace la musica classica napoletana?
Ho una buona conoscenza della musica classica napoletana. Avendo lavorato come Conduttrice, Autrice ed Ufficio Stampa con l’indimenticabile Mario Merola, ho seguito anche l’evoluzione contemporanea di un genere che affonda le proprie radici nella musica tradizionale e nel teatro napoletano. Ho avuto il piacere di incidere alcuni brani con nomi noti del panorama musicale napoletano, tra cui Eugenio Bennato e James Senese. Impossibile sarebbe dimenticare un’ opera d’arte della tradizione musicale come ‘A Vucchella, che ha come autore del testo il più grande esponente del Decadentismo italiano: Gabriele D’Annunzio, di origine abruzzese.
Per diversi anni è stata Direttore Responsabile di una delle prime Testate Giornalistiche On-Line. Quali erano gli argomenti trattati?
Ormai credo che il mio profilo sia chiaro… non potrei escludere da qualunque mio approccio che sia TV, Cinema, Teatro o Editoria un fil rouge imprescindibile: la Cultura in tutte le sue forme. Dall’arte alla politica intesa come sofismo, alla particolarità della lingua italiana con rubriche centrate sulla grammatica, detti e tradizioni scritte in chiave ironica.
Lei è iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Puglia. Regole e Deontologia sono state un tantino archiviate per far posto ad ogni genere di pubblicazione. Qual è il confine tra libertà di stampa e facoltà di scrivere ciò che si vuole?
Il rispetto per gli altri. Alcuni miei colleghi dimenticano che la libertà non è licenza ma verità.
A proposito di Rete e Web: oggi la politica si pratica più sui social che On The Road, come doverosamente converrebbe fare. È vero che il mondo appartiene, apparentemente, ai giovani: ma a Lei, che tra l’altro ha curato gli Ufficio Stampa di numerosi politici, non sembra che così facendo si escluda parte dell’elettorato che ha nessuna dimestichezza con lo “stupido veloce”?
Credo che lei in parte abbia ragione ma, nel tempo il pubblico tradizionale sarà sempre più emarginato. Il Web consente non solo la “stupidità veloce” ma una massa di informazioni sempre più nutrita. La difficoltà, anche oggi, è e sarà quella di selezionare le verità.
Attualmente è responsabile dell’ Ufficio Stampa ed è Ambasciatrice della Cultura – Regno dei Santi Pietro e Paolo. Di cosa si tratta precisamente?
Il Regno dei Santi Pietro e Paolo é un Regno vero e proprio che ha come pilastri della sua fondazione l’intercultura, l’interreligiosità e la solidarietà e ha guadagnato l’appoggio morale anche del Vaticano.
Attrice sia di Cinema che di Teatro. Due realtà parallele ma indubbiamente distanti. Quale preferisce?
L’arte è arte! Non si può scegliere, sono due forme meravigliose di espressione, sicuramente il Teatro ha dalla sua il respiro vivo del pubblico.
Stava progettando insieme al compianto Mario Monicelli l’evento sulla storia del Cinema-Legalità. Un’ idea accantonata, oppure c’è la possibilità che venga ripreso?
Tutto ciò che io realizzo ha il grande insegnamento dei mostri sacri del mondo artistico culturale italiano con i quali ho lavorato. Il tema della legalità sarà presto riproposto, deve solo avere pazienza…!
Ha insegnato, anche, Storia dell’Arte. Sono curioso di sapere se, entrando in una galleria per un acquisto, trovasse esposti solo quadri di Renè Magritte e Andy Wharol, quale dei due si porterebbe a casa?
Magritte, senza ombra di dubbio. La sua fantasia onirica si sposa con la mia creatività.
Come risaputo Lei è pluripremiata in ogni ambito culturale, sociale, mediatico ed in infinite altre attività. Cos’è, per Francesca Della Valle, la Cultura. E soprattutto come la si riconosce?
La Cultura è vita, è àncora di salvezza in un mare di superficialità e scarsi contenuti, è sogno che diventa realtà. La CULTURA non si riconosce, si respira! Mi picco di selezionare gli amici che frequento in base alla loro cultura e non in base ad altri parametri quali il censo o la fama.
Il libro che ha sul comodino?
Quello che ho appena finito è l’Ulisse, di James Joyce, l’autore preferito dal mio compagno di vita. Il libro che sto per leggere è “Lei così amata” di Melania Gaia Mazzuocco, me lo ha consigliato una cara, vecchia amica di grande cultura. Sono due libri molto diversi: J.J. è un torrente infuocato di fantastiche parole, l’altro… non lo so ancora!
Francesca Della Valle: crede nell’Aldilà?
Vorrei un aldiqua che fosse come tutti immaginano sia l’Aldilà: il Paradiso.
Il suo eccellente eclettismo in ogni settore in cui si esprime, tra cui l’esperienza creativa nel firmare una collezione di moda uomo, trovano risposte in Internet, e pertanto non vado oltre. Non mi resta che ringraziarla per il tempo che ha voluto dedicarmi e salutarla con un’ultima domanda: progetti imminenti?
Ringrazio lei per essere così informato. Conoscere le vite professionali degli altri, nei dettagli, è sinonimo di grande professionalità. I miei complimenti!
Mi permetto di correggerla… la linea moda “fa”, mia idea e produzione, era al femminile e dedicata alla beneficenza. Progetti futuri? Un Concept “Salotto Albani” un contenitore comunicativo dedicato alla bellezza, alla salute, al benessere di prossima apertura nel centro della città eterna e la mia amata sit com “Casa Buzzanca” prossimamente su una nota rete TV nazionale. Come vede: non sto mai ferma!
Devo dire che mi hanno colpito, in particolar modo, le sue cooperazioni -ma ce ne sono tantissime altre- sia con Mario Merola che con James Senese: il primo ha raccontato sui set, con le canzoni, sulle tavole di legno una Napoli viscerale, quasi intima ma non necessariamente nascosta; il secondo, in piena attività, oltreoceano avrebbe fatto sfracelli e raccolto elogi in misura certamente planetaria. Ancora ricordo quando, con gli Showman, durante quasi tutti i sixties scuoteva l’Italia bacchettona ed incredula insieme al “pellerossa” di Piscinola, il nero a metà per antonomasia, con un sound innovativo e black, oltremisura squarciante…
Accidenti: un’intervista non può certo concludersi parlando degli altri.
Mi perdoni, signora Della Valle, ma la “colpa” è sua: ha tirato fuori due nomi…
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