Sarà l’autunno a farci capire meglio il futuro del “dopo Marchionne” per gli stabilimenti produttivi e la logistica nella regione Campania

Come abbiamo già scritto in nostri precedenti interventi gli scenari dell’industria dell’auto in Italia, come del resto in Europa, sono ancora molto da decifrare. Come sempre saranno le azioni svolte in concreto quelle da prendere in esame ed ancora fatti non ve ne sono.

Siamo di fronte a un necessitato cambiamento tecnologico ed in conseguenza di strategia di vendita del prodotto, verso ed oltre il 2020, con l’offerta che deve assumere caratteristiche innovative per restare al passo con i tempi e la concorrenza, in specie asiatica.

Nell’ultimo “piano industriale di Marchionne”il Gruppo FCA per l’Europa e quindi l’Italia prevede un riposizionamento, verso l’alto di gamma, del prodotto auto, anche nei segmenti A e B della produzione, parliamo dei pianali piccoli e medi, con qualche significativa riduzione: ad esempio, l’uscita dal mercato dello storico ed ultracentenario marchio LANCIA. Con questo che d’altronde da anni aveva in listino un solo modello: la piccola quanto sfiziosa e rifinita“Ypsilon” le cui vendite raggiungevano le poche migliaia di unità all’anno.

Una vettura che monta motori, in specie il piccolo diesel 1248 c.c. quattro cilindri, e componentistica che coinvolgono i siti produttivi FIAT e marchi collegati della Campania. Ne abbiamo parlato, ma conviene tenere alta l’attenzione sul punto: i motori diesel medio – piccoli vedono produzione nel sito industriale di Pratola Serra, in provincia di Avellino, un impianto di strategica importanza per il territorio circostante,considerati i 1.800 dipendenti, le loro famiglie e l’indotto anche logistico.

Il gruppo FCA ha annunciato, come altri nel mondo, l’abbandono, dal 2022, della produzione – vendita di autovetture con motorizzazione diesel. Quindi, occorre sostituire i motori che alimentano circa metà dell’attuale offerta industrial FIAT & co, dotandoli di medio piccole unità a benzina, a tre o quattro cilindri, ancora meglio se con modulo ibrido.

Parliamo di cambiamenti e aggiornamenti motoristici per modelli di successo, nazionale e continentale, quali sono le: “500”, “Panda”, “Renegade” e “500 X”.Il best seller “Panda”, come sappiamo, è prodotta nell’altro strategico sito campano di Pomigliano d’Arco presso il quale lavorano altri 1.800 dipendenti e coinvolge il centro logistico intermodale di Nola, sempre in provincia di Napoli.

Qui, il futuro produttivo dell’impianto industriale sembrerebbe assicurato dalla continuità di produzione della Panda, cui sarebbe affiancata quella della “Mini Renegade” della Jeep, con l’impianto modello, l’ex Sata, di Melfi, nella confinante Basilicata, a fare da sfondo.In questo scenario il centro logistico di Nola uscirebbe rafforzato.

Vedremo presto, ma, oltre le strategie industriali proprie di un Gruppo industriale privato che si muove su logiche pure di mercato, deve praticarsi una strategia dell’attenzione, al lavoro, alle prospettive ed ai conseguenti riflessi economico sociali dei territori interessati, magari con incentivi, da parte della classe politica regionale e nazionale.

A presto.

Giorgio M. Palumbo

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