Banda di falsari sgominata a Napoli, attrezzati per falsificare tutto, coinvolti un medico e un maresciallo dell’aeronautica
Sono sette le ordinanze di misure cautelari emesse dal Gip di Napoli nord e notificate dai carabinieri del comando antifalsificazione monetaria di Napoli dopo aver scoperto una ben organizzata banda di falsari che operava in tutta Napoli.
Secondo l’indagine condotta dai magistrati di Napoli nord la banda di falsari pare riuscisse a falsificare qualsiasi cosa passando dai principali documenti di riconoscimento ai passaporti e documenti validi per l’espatrio, dalle patenti di guida ai certificati medici non escludendo certificati Covid e finanche banconote della pezzatura di 50 euro.
I magistrati avrebbero individuato come “base” della banda, uno stabile nel comune di Villaricca, considerato come centro di produzione dei falsi che, poi, venivano smerciati in tutta Italia ma anche in altre zone europee come la Spagna.
L’indagine, infatti, avrebbe accertato che nella penisola iberica arrivassero principalmente i soldi falsi.
Nel centro operativo della banda sarebbero stati rinvenuti macchinari di vario genere e software di moderna tecnologia atti proprio alla creazione di riproduzioni fedeli di originali.
L’indagine, però, avrebbe anche messo in evidenza una fitta rete collaterale che, partendo da Villaricca, arrivasse a Giugliano e Teverola, ma anche in alcune province beneventane.
Sul territorio italiano, invece, pare che le ramificazioni della banda contassero una proficua rete di contatti nelle province del Veneto, dell’Emilia Romagna e della Toscana.
Tra il materiale sequestrato dai carabinieri si annovererebbero anche 49 patenti di guida e 9 patenti nautiche, 8 fogli rosa e 3 permessi di guida provvisori oltre a 3 certificati di avvenuta vaccinazione Covid e diversi certificati di abilitazione alla guida di veicoli a motore.
Tra le ordinanze di custodia cautelare risulterebbe anche la presenza di un medico operante presso l’Asl Napoli 1 e un maresciallo dell’aeronautica militare in servizio come infermiere.
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Marianna Di Donna