Sarà una soluzione?
Dopo numerosi vertici, riunioni di commissioni, gruppi di lavoro e defatiganti incontri fra i rappresentanti e gli esperti dei vari Paesi componenti dell’Unione europea, mai così divisa, e tutti conclusi senza risultati, il problema dei migranti nel frattempo non solo continuava, ma si andava aggravando sempre più. Il dramma della migrazione si svolgeva non solo nella località greca di confine, ormai divenuta simbolo del dolore, quella di Idomeni, ma anche in altri luoghi della cosiddetta “rotta balcanica” utilizzata dai fuggiaschi provenienti dalla Siria, dall’Iraq e dall’Afghanistan. Così come ha continuato ad essere molto attiva la rotta dei profughi con partenza dalle coste della Turchia verso le spiagge della Grecia e dalla Libia, in quest’ultimo caso con arrivo nel nostro Paese: in particolare nell’isola benemerita di Lampedusa ed in tutti gli altri approdi siciliani. Sono sempre continuati, con meno luci e clamore mediatico, gli sbarchi, e prima i salvataggi in mare, compiuti dai nostri encomiabili operatori della Guardia costiera, dei corpi aeronavali della Guardia di finanza, della Marina militare Capitaneria e degli equipaggi dei pescherecci e delle navi commerciali in transito nel mar Mediterraneo. Queste rotte marittime, sempre molto pericolose per i mezzi inadatti alla navigazione che vengono utilizzati, per le condizioni climatiche avverse (siamo appena entrati nella stagione primaverile) oltre che per il sovraccarico dei troppi passeggeri imbarcati dai criminali scafisti, sono invece quelle utilizzate dagli africani in fuga; in gran parte queste persone sono definibili come “migranti economici” e come tali, da salvare, ospitare temporaneamente, ma da non poter riconoscere come “rifugiati”, unico status consentito per una duratura accoglienza in Europa. Quindi, l’Italia, quale nazione di primo approdo secondo gli accordi vigenti di Dublino dovrà poi respingerli verso i paesi di origine. Quando e se essi siano poi conosciuti !
In ogni caso, stiamo continuando a fare un ottimo lavoro, a salvare migliaia di vite umane di disperati ed a dimostrare sia capacità operative che doti umanitarie non comuni del personale di salvataggio, certamente dovute alle nostre radici cristiane. Intanto, l’Europa, da pochi giorni ha concluso un complesso accordo sulla migrazione con la Turchia, pieno di clausole quasi inestricabili, di assai difficile interpretazione, dai contenuti poi soprattutto economici. Un’intesa, forse inevitabile, conclusa con una nazione che si atteggia ad ambigua potenza regionale, guidata da un governo autoritario ed accusato anche di aver favorito l’isis o meglio daesh, un paese comunque ormai massicciamente investito dagli effetti drammatici della migrazione epocale in atto. Vengono in tal modo concessi al governo turco ben 6 miliardi di euro, in due anni, per attuare una sorta di scambio: selezionando i richiedenti asilo aventi diritto allo statuto di rifugiato nei Paesi europei, da quelli spinti da motivi economici e che dovranno essere respinti. Verso dove? E quando? Possiamo solo sperare che tutto vada bene. Riprenderemo presto questi argomenti.
Giorgio M. Palumbo