MELITO – Il primo febbraio, il cine teatro Barone è stato luogo dello spettacolo teatrale dal titolo “Don Chisciotte della Pignasecca”, interpretato da Peppe Barra e Nando Paone. Pietra miliare del romanzo moderno, il capolavoro della letteratura mondiale di Miguel de Cervantes, “Don Chisciotte”, nella riscrittura di Maurizio De Giovanni. La bizzarra impresa dell’ eroe “senza macchia e senza paura” che, fedele alla sua incontrastata passione per la lettura che lo ha indotto alla follia, si decide a rivivere di persona tutte le gesta eroiche che la letteratura gli ha suggerito. Accompagnato da Sancio, concreto e pragmatico personaggio che egli designa suo compagno di avventure, intraprende un viaggio di passione e idealismo in cui utopia e realtà rappresentano i confini di un mondo tragico e comico al tempo stesso, grottesco, folle e appassionato caotico, dolorante, esilarante e fecondo scenario di un secondo dopoguerra.

Noi di Melitonline abbiamo incontrato l’attore Nando Paone, il quale ha risposto ad alcune domande.

–  Cos’è che t’ha spinto a voler diventare attore?

– “Tutto risale ad una sessantina di anni fa, quando avevo due, tre anni e mi piaceva far ridere i miei genitori, i miei parenti, cioè appena camminavo ero così, me l’hanno raccontato i miei parenti, io non ho memoria di questo. Poi un giorno, avevo quindici anni e sono andato al cinema a vedere un film di Roman Polanski, “L’inquilino del terzo piano” e non so come mai, non so perché, ho avuto la folgorazione e mi son detto che un domani farò l’attore. Una cosa un po’ strana, però è la verità.”

  Che cosa ti dava l’imput per interpretare dei personaggi come Cico in “…E fuori nevica”, Geremia in “L’amico del cuore”, oppure come il tuo personaggio in “Premiata Pasticceria Bellavista”, Memoria?

“Ma guarda io penso che ogni personaggio abbia una sua storia e naturalmente in Campania sono principalmente noto per le commedie e per i film con Vincenzo Salemme e devo dire per dovere di cronaca, che io ho fatto anche tanto altro prima d’incontrarmi in scena con Vincenzo, perché noi siamo amici da tempi non sospetti e  continuiamo ad esserlo. Poi prima del nostro incontro diciamo professionale, io mi cimentavo nel teatro classico, ho fatto Shakespeare,  Molière, Pirandello, insomma a cose impegnative anche se ho sempre sfruttato la mia caratteristica fisica ed estetica e quindi ho sempre interpretato ruoli, diciamo un po’ sul surreale, sono ritenuto non so se torto o ragione un attore surreale e questo mi fa molto piacere e con questo voglio dire che sono molto felice e molto contento di aver fatto quei personaggi, ma anche di averne fatti altri e quindi venendo alla domanda, ogni personaggio ha una sua storia, una sua vita e quindi non faccio differenze tra Cico e il Gremio della Bisbetica Domata di Shakespeare, come mio personale impatto verso il personaggio con lo studio, la preparazione e l’incontro con quei personaggi, per me non fa differenza.”

– Parlando dello spettacolo che avete messo in scena, quali sono le caratteristiche principali che avete colto dal romanzo famoso per andarlo a rivisitare in una classica “macchietta” napoletana?

– “Errore blu, quello da sottolineare, non è una macchietta napoletana. Questo non è uno spettacolo prettamente comico, non è uno spettacolo comico. Se ci si aspetta da Nando Paone e Peppe Barra uno spettacolo comico, non venite a teatro, perché è uno spettacolo molto bello, molto elegante, dove ahimè chi ha avuto la fortuna di leggere l’opera “Don Chisciotte”, coglierà moltissimo l’opera di Cervantes. Chi non lo ha letto, viene a vedere una bella storia, interessante, divertente, curiosa, piena di suspense, piena di colpi di scena. Questa domanda dovresti farla a Maurizio De Giovanni, che non si è ispirato al “Don Chisciotte della Mancia”, ma ha estrapolato le caratteristiche morali ed intellettuali di Don Chisciotte e Sancio Panza e le ha portate in un’epoca un po’ più moderna, che è nel nostro caso, nel dopoguerra. Quindi ci sono molti parallelismi con il “Don Chisciotte della Mancia”. Questo è il “Don Chisciotte della Pignasecca” solo perché è contestualizzato a Napoli, ma è tutt’altro che la macchietta napoletana.”

– Noi di Melitonline ti ringraziamo di quest’intervista, è stato un vero piacere ed in bocca al lupo.

“Crepi il lupo. Arrivederci a tutti.”

Jacopo Pellecchia

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