A poche ore dal voto una dichiarazione senza veli quella di Vincenzo De Luca circa il reddito di cittadinanza

A poche ore dal voto sono venute fuori delle dichiarazioni piuttosto esplicite prima del silenzio elettorale assoluto.

Le ultime parole del governatore della Campania giungono all’incirca 20 ore fa alla chiusura della campagna elettorale per la tornata del 25 settembre. Il governatore parla direttamente dal palco del comizio finale del Pd a Piazza del Popolo a Roma e, la sua, si è rivelata come una dichiarazione fiume che avrebbe addirittura sforato i tempi concessi ai dirigenti di partito ma che avrebbe sortito non pochi contributi a favore.

Una lunga orazione, dunque, quella del governatore De Luca, terminata con una delle dichiarazioni più pesanti rivolte principalmente al sistema del Reddito di cittadinanza voluto dal Movimento 5 stelle.

Il governatore “no filter” definisce il sistema adottato un fallimento totale, una cosa che avrebbe dovuto avere una funzione e, invece, ne ha avuta un’altra diametralmente opposta.

Le sue parole sono così dure da arrivare a definirlo “una porcheria” finita per “mischiare i poveri con i parassiti e i figli di p…..”!!!.

Dichiarazioni scoppiettanti che hanno attirato le prime pagine dei giornali di tutta l’Italia e che, certamente, non lasciano ad interpretazione il giudizio che il presidente De Luca ha sul provvedimento assistenziale.

Già perché la finalità del Reddito di cittadinanza sarebbe stata quella di garantire un minimo di vita dignitosa a chi potesse essere definito “povero” ed, invece, nel nostro Paese così non è stato.

Lo definisce “un fallimento” non tanto perché lo rigetta a prescindere come sistema assistenziale, ma perché, certo fa pensare, che un sistema collaudato e perfettamente funzionante in Germania e in Francia, in Italia non ha funzionato.

Vero è che in altri paesi dell’Europa, tale sistema ha portato al lavoro attraverso una serie di controlli minuziosi su chi lo percepisce. Ed è proprio questo il tormento del governatore, e non solo, ovvero il fatto che in Italia si sia trasformato quasi in una sorta di vitalizio a fondo perduto per chi preferisce lavorare in nero.

Un sistema assistenziale che andrebbe certamente rivisto e corretto affinché svolga la sua funzione primaria solo ed esclusivamente per chi davvero vive una situazione di profonda povertà.

Un intervento, quello del Presidente De Luca, ricco di particolari e colpi di scena culminati in diversi  sfottò rivolti agli avversari. Il governatore, nel giudicare la manifestazione di chiusura della campagna elettorale della destra, ha dispensato appellativi pittoreschi e goliardici degni di un comico da teatro.

Ha definito la manifestazione come una “sagra burina” dove si sono alternati “un esemplare allevato nelle praterie padane”, Matteo Salvini; “un fresco sposo 86enne, molle e barzotto”, Silvio Berlusconi; una “figura vestita da prima comunione”, Giorgia Meloni trasformatasi in “sora Gina” allorquando avrebbe aperto la bocca.

Senza freni e senza filtri, direbbe qualcuno, il presidente non risparmia nemmeno Letta del suo partito. Parlando di lui certamente non lo definisce “scoppiettante e pirotecnico”, probabilmente considerando il carattere del segretario piuttosto schivo e poco incline al sorriso, ma poi raddrizza il tiro e conclude definendolo “serio, competente e onesto”.

Insomma, a poche ore dall’epilogo di questa fulminea tornata elettorale, si è assistito al solito “De Luca Show” che, oggi, ha raccolto consensi e dissensi lungo tutta la penisola.

Foto dal web

Marianna Di Donna

 

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