Una truffa ai danni di ignari correntisti, gli hacker in azione sui conti bancari 

Ormai le truffe telematiche si stanno diffondendo sempre di più nella frontiera dei nuovi modi di truffare denaro sottraendolo indebitamente, per lo più, ad ignare vittime.

Questa volta a finire nel mirino degli hacker sarebbero un bel po’ di conti correnti bancari ed altrettanti istituti di credito.

Un’indagine che risulta prendere il via nel 2020 a seguito di una partita di calcio, nello specifico il match calcistico tra le squadre della Roma  e della Juventus.

L’ingresso agli stadi è da tempo regolato da accessi sempre più digitalizzati e, nella maggior parte dei casi, è previsto il passaggio ai tornelli mediante la lettura dei Qr Code presenti su ogni biglietto di ingresso acquistato.

Allo stadio Olimpico di Roma, però, avviene un fatto assai strano che attira, però, gli addetti ai controlli, i quali, da lì a poco, si troveranno a scoprire che quei biglietti non vengono letti dal lettore ottico perché semplicemente falsi. Il tutto ai danni di ignari tifosi, rei solo di acquistare biglietti per i match on line.

Il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma, dunque, fa partire un’indagine in merito che ad oggi, al termine di una collaborazione coordinata assieme alla Procura di Napoli, porterà alla luce una frode telematica pari ad almeno 25.000 euro. Sono stati, inoltre, notificati tre arresti ai domiciliari e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di sei presunti appartenenti a un’organizzazione criminale che aveva la sua base a Napoli e che si scambiava informazioni attraverso delle chat finite poi nelle intercettazioni dei finanzieri.

Gli investigatori hanno scoperto anche che gli hacker riuscivano a truffare i correntisti trasferendo cospicue somme dai loro conti correnti che venivano dirottate su quelli di prestanome. Tutto questo meccanismo avveniva in un’area di navigazione in anonimo attraverso il Dark web.

Un sottobosco telematico dove attraverso trasferimenti, su altri conti, i bonifici venivano poi «monetizzati» e il denaro usato per soggiorni in hotel, residenze di lusso e per l’acquisto di beni preziosi, tra cui orologi di lusso e dispositivi elettronici di ultima tecnologia.

Un’organizzazione criminale così organizzata e ramificata che prevedeva ruoli ben precisi: colui che provvedeva a prelevare materialmente il denaro pare avesse il dovere di inviare un video ai complici per testimoniare che l’operazione truffaldina si fosse effettivamente conclusa senza intoppi.

Ingente, infatti, è stato anche il sequestro preventivo, anche per equivalente, pari a circa 250mila euro, ai danni degli indagati considerati una somma ritenuta profitto dei reati commessi.

Foto dal web

Marianna Di Donna

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