L’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” ha ospitato una giornata di studio per analizzare il colore secondo una prospettiva linguistica. Interventi e discussioni con riflessioni su un oggetto di ricerca in continua evoluzione.
NAPOLI – “La rappresentazione linguistica del colore”, questo il titolo del convegno svoltosi nella giornata di venerdì 27 novembre presso Palazzo del Mediterraneo, la sede in via Nuova Marina dell’Università L’Orientale, per trattare delle relazioni tra colore e linguaggio. Sono stati presi in considerazione aspetti storici, filosofici, scientifici e linguistici al fine di fornire nuovi input all’interno di un campo vasto che lascia molte questioni ancora in sospeso.
Il convegno, organizzato dai professori Lucia di Pace e Alberto Manco, è stato brillantemente moderato da Rossella Bonito Oliva e Cristina Vallini, con relazioni presentate da studiosi di varia provenienza che hanno messo a disposizione dei numerosi studenti presenti un ampio ventaglio di argomenti.
La giornata di studio, introdotta dalla stessa professoressa Vallini, decana dei linguisti dell’Orientale, è stata suddivisa in due sessioni. Durante la prima, Elena Favilla, ricercatrice universitaria a Modena, ha presentato una ricca relazione su “colori, linguaggio e cervello”, ponendo l’attenzione sui disturbi che possono danneggiare le aree del cervello coinvolte nell’elaborazione del linguaggio e nella percezione dei colori, concludendo che questi “disturbi” non devono necessariamente essere concepiti come mancanze o insufficienze di chi ne è portatore, ma come modi differenti di percepire il colore, cosa che si manifesta anche appunto attraverso il linguaggio. Successivamente, Mena Diodato, ricercatrice alla Sapienza di Roma, si è dedicata alla relazione tra lessico e colore, illustrando l’evoluzione del rapporto nell’ambito di studi scientifici condotti dai secoli precedenti ad oggi, con particolare attenzione alla nota sequenza evolutiva di Berlin&Kay. Alberto Gualandi, autore di numerose e articolate opere in ambito filosofico e scientifico, ha esaminato la questione interrogandosi sull’esistenza di un eventuale “reale” rapporto tra linguaggio e colore: uno studio che parte da Democrito e Gorgia e tocca Galileo, Cartesio, Kant, Wittgenstein e altri, e che ha colpito non poco i partecipanti.
Nel pomeriggio, durante la seconda sessione, i professori Maria Grossmann e Paolo D’Achille sono intervenuti con una articolata e suggestiva comunicazione su “i termini di colore nell’area azzurro-blu in italiano” in una prospettiva sincronica e diacronica, concludendo che i termini “blu” e soprattutto “azzurro” nella lingua italiana si sono palesati come più diffusi nel corso dei secoli e dei cambiamenti storici e culturali del nostro Paese rispetto ai termini “celeste” e “turchino”. Anna De Meo ha invece sottolineato l’interesse che da sempre c’è alla base dello studio del colore dei felini, per ragioni legate a diversi fattori, non ultimo quello economico.
Diverse le curiosità linguistiche dai blog dedicati agli animali domestici, da quelli per semplici amatori a blog per allevatori in cui è presente una lingua speciale per definire professionalmente il colore del mantello dei gatti: da qui la pertinenza con i lavori della giornata.
Infine, Enzo Caffarelli, direttore della prestigiosa Rivista italiana di onomastica, ben nota tra gli addetti del settore, si è dedicato a questioni e curiosità inerenti la cromonimiapropriale per chiarire l’utilizzo dei colori nei nomi propri attraverso toponimi, antroponimi, ideonimi e termini presenti in mineralogia.
Ha chiuso i lavori il professore Alberto Manco, ringraziando i presenti e i colleghi con i quali è stato possibile realizzare l’iniziativa e intervenendo stavolta non solo come organizzatore ma anche come direttore della storica rivista “AION Linguistica” che raccoglierà gli Atti della giornata di studio.
Marialberta Lamberti