Seconda vittoria di tre partite in Champions per il Napoli, ora la strada è in discesa
Il cielo è azzurro, sopra Berlino. Almeno alla fine della terza gara di Champions League, dove il Napoli espugna il campo dell’Union per una rete a zero. Lo stesso campo dove, 17 anni fa, l’Italia di Marcello Lippi alzava la coppa del mondo, vinta ai rigori contro la Francia.
Ricordare quella nazionale, chi ci giocava, sarebbe impietoso. La differenza rispetto ad oggi è clamorosa. La Francia invece addirittura ha migliorato quella già fortissima nazionale, arrivando anche a vincere un mondiale nel 2018 e a perdere ai rigori quello del 2022. Dimostrazione evidente che altrove il calcio viene gestito da manager competenti, mentre in Italia si fa solo la corsa a chi mantiene il proprio corpo (per non dire altro) incollato ad una poltrona.
Ma questa è un’altra storia.
Il Napoli vince di misura una gara difficile, rognosa, acida, su un campo al limite del giocabile, con un arbitraggio che inspiegabilmente punisce pochissime volte i falli scientifici tedeschi che andavano a spezzare le ripartenze azzurre.
Garcia conferma, intelligentemente, la formazione che sabato pomeriggio aveva battuto il Verona al Bentegodi. Solo che a differenza della scorsa gara, il centrocampo è parso fuori fase, soprattutto in Cajuste, che veniva da una prestazione molto importante, e che ha reso vano tutto il lavoro che il sempre ottimo Raspadori ha fatto sotto l’aspetto tattico. Il Napoli, quindi, si è reso pericoloso quasi mai.
Nel secondo tempo un ottimo Garcia sostituisce proprio lo svedese con Elmas, e le dinamiche sembrano, seppur leggermente, variare. Ma ci è voluta una giocata da fuoriclasse di Kvaratskhelia a permettere proprio Raspadori di siglare il gol del vantaggio, che poi risulterà essere decisivo.
La partita continua sullo stesso binario, e finisce senza alcun tipo di patema. La differenza tra le due squadre è parsa francamente notevole, dove i campioni d’Italia in carica hanno giocato col freno a mano tirato e comunque hanno avuto la meglio, costringendo gli onesti tedeschi a subire la nona sconfitta di fila tra campionato e coppe.
Il Napoli sale a 6 punti nel girone, con il Real Madrid a 9 (punteggio pieno) e il Braga a 3. Chiude proprio l’Union a 0. Il Napoli avrà due gare casalinghe (Berlino e Braga) e una trasferta (Madrid). È chiaro che è in una posizione di vantaggio. Ma le gare vanno giocate e vinte, perché il calcio può riservare sempre delle sorprese. Soprattutto per un team, il Napoli, che non è del tutto guarito e che è ancora in preda ad una altalena che oggi sembra essersi fermata.
Vedremo già domenica sera al Maradona se saranno fatti ancora passi avanti. Arriva il Milan di Pioli, vera bestia nera del Napoli di Spalletti e che l’anno scorso, in 15 giorni, ha subito in uno storico triplo confronto solo 1 gol (Osimhen al 93esimo nella terza ed ultima gara) segnandone ben 6.
Big match quindi al Maradona, che sarà la risposta definitiva alle mille domande di questi mesi, e che farà capire senza dubbio alcuno quali sono le velleità del Napoli in questo campionato. Perché la Champions, si sa, è il vero obiettivo azzurro. Soprattutto per agguantare quel treno milionario che si chiama “mondiale per club” che comincerà nel 2025 con la nuova formula.
Il Milan nel destino, proprio come l’anno scorso.
Vincenzo Barretta
Foto di: Ciro Sarpa