Il ‘maggiore evento sismico degli ultimi 40 anni’ ha messo in allerta i cittadini. Ecco cosa fare in ‘zona gialla’
Melito. Lo sciame sismico in corso nell’area dei Campi Flegrei in cui si inquadra la scossa di magnitudo 4.2 registrata alle 3.35 della scorsa notte, sta destando la preoccupazione dei residenti dei comuni flegrei e non solo. L’ultimo evento sismico, infatti, è “il maggiore degli ultimi 40 anni” – come dichiarato da Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e ha risvegliato vecchi timori. Il livello di allerta, secondo gli esperti, resta medio basso, fermo da anni sul grado “giallo” di allarme che non presuppone rischi immediati per la popolazione residente, ma ciò che gli eventi bradisismici degli ultimi mesi stanno evidenziando è l’impreparazione delle amministrazioni comunali nel caso di un eventuale risveglio del supervulcano.
Tra i tanti comuni impreparati al rischio figura anche Melito, considerato dalla Protezione Civile l’ultimo comune a Nord di Napoli rientrante nella cosiddetta zona gialla.
“La zona gialla – si legge sul sito della Protezione Civile – è l’area, esterna alla zona rossa, che in caso di eruzione è esposta alla significativa ricaduta di ceneri vulcaniche. Per quest’area potrebbero essere necessari allontanamenti temporanei della popolazione che risiede in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili dall’accumulo di ceneri. Nella zona gialla ricadono i Comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casavatore e 24 quartieri del Comune di Napoli. Nell’area vivono oltre 800mila abitanti“.
Un rischio non percepito nei comuni a ridosso della caldera – tra cui Melito – che, in questi anni, non hanno provveduto ad informare la popolazione sulle eventuali ripercussioni di un’eruzione e sui percorsi di allontanamento.
I consigli di Io non rischio
Gli esperti, al momento, hanno lasciato invariato il livello di pericolo e invitano la popolazione residente a mantenere la calma. Tutti i fenomeni che si stanno registrando in queste settimane, infatti, rientrerebbero nell’ordinaria attività bradisismica che – secondo gli indicatori – non lascerebbero presagire un imminente rischio di eruzione.
Secondo quanto si legge dal portale ‘Io non rischio’, buone pratiche di Protezione Civile, in caso di preallarme “Assicurati di avere a disposizione mascherine protettive, occhiali antipolvere, cibo, acqua, medicine, torcia e attrezzi per rimuovere la cenere. Se tu o un tuo familiare avete patologie respiratorie o cardiovascolari, consultate il vostro medico per capire come proteggere al meglio la vostra salute in caso di evento”. In caso di allarme “Preparati anche tu a un possibile allontanamento temporaneo”.
Nel caso estremo, ovvero durante l’eruzione, “in caso di ricaduta abbondante di ceneri vulcaniche, su richiesta delle autorità di protezione civile, devi lasciare temporaneamente la tua abitazione. Ti sarà assegnata una sistemazione all’interno del tuo Comune o in un Comune della Regione Campania. Prima di bere l’acqua dal rubinetto assicurati che ordinanze o avvisi comunali non lo vietino; lava bene i cibi che sono venuti a contatto con le ceneri vulcaniche. Se la zona in cui vivi non è stata evacuata, durante la ricaduta di ceneri vulcaniche, rimani in casa con le finestre chiuse. Se devi uscire è consigliabile indossare una mascherina protettiva e occhiali antipolvere. È molto pericoloso guidare nei tratti di strada coperti di cenere. L’auto può danneggiarsi e intralciare i mezzi di soccorso. Evita l’uso di motocicli”.
S.R.