Prevista la costruzione di un fuoristrada del segmento “A” da vendere sui mercati mondiali e nuovi motori

Quale futuro si può prevedere per i due poli produttivi del settore automobilistico della Campania, quello generalista, con assemblaggio di carrozzeria, motori e tutte le altre componenti di montaggio, ubicato a Pomigliano d’Arco, fabbrica situata a pochissimi chilometri dal capoluogo Napoli e l’altro, nell’alto avellinese, a Pratola Serra, invece specializzato in motoristica evoluta, cd modulare.         

Sembra che vi possa essere una positiva integrazione produttiva, anche nel futuro. 

Infatti, nell’idea globale del Gruppo FCA e, salvo accordi sempre possibili con altro produttore mondiale, data la obiettiva ristrettezza del mercato nazionale, nel quale girano pochi soldi per la situazione economica del Paese unita alla tassazione statale e regionale ormai insostenibile, come di quello Europeo, occorre procedere a rinnovare fortemente il prodotto che si vuole vendere. Per necessità di “mercato globale” (mondiale) diversificando i vari marchi componenti del Gruppo per cercare una maggiore remunerazione, per unità prodotta, che non può essere più garantita dalla vendita delle utilitarie. Infatti, il segmento di mercato di queste ultime non garantisce un sufficiente margine rispetto ai costi industriali, anche se de-localizzati, e si tratta di un calcolo economico di utili e margini che può mettere in ulteriore crisi la nostra già provata economia e in particolare il settore automobilistico interno. Questo perché nella sua più che centenaria tradizione, Fiat auto vuol dire costruire e vendere utilitarie, macchine piccole, dalla meccanica semplice, poco costose, alla portata di tutti e quindi da costruire in grandi numeri per poterne avere un sufficiente ritorno economico per l’impresa.           

Attualmente, tale schema con i risultati conseguibili è stato messo in crisi strutturale dagli effetti gravemente distorsivi della concorrenza globale, ove può esserci sempre un Paese “emergente” nel quale, causa la povertà della popolazione, e Governi corrotti, si potrà costruire a prezzo più basso, con incentivi fiscali vietati altrove e senza alcun rispetto per le persone come per l’ambiente.       

Allora, la battaglia è persa, forse no, ma secondo Marchionne occorre alzare il livello complessivo della gamma!                                                                                                       

Tornando allo specifico, la “500” e la “Panda” che fine potranno fare…sembra che la seconda, vero “best seller” nelle vendite interne continuerà ad essere prodotta a Pomigliano, anche dopo il 2020, utilizzando il pianale short (segmento A) affiancata da una novità assoluta la “mini Jeep” (v. ricostruzione) costruita sullo stesso pianale. Per quanto riguarda Pratola Serra (Av) si prevede la costruzione dei nuovi motori a benzina: un innovativo 1.000 cc, forse a tre cilindri, di grande potenza specifica e bassissime emissioni e consumi. Si parla di 120 cv litro che sarà successivamente completato da un modulo ibrido, forse con girante elettrica, aggiuntivo per circa 5 cv per migliorare lo spunto iniziale ed inquinare di meno.       

Insomma, ci sono valide idee da concretizzare.

 Giorgio M. Palumbo

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