Uno degli insediamenti ellenici più antichi d’Italia

Torniamo alla scoperta delle origini di Cuma scrivendo che quella fu la prima colonia fondata dai Calcidesi in terra Italica, sulle coste dell’odierna Campania, proprio ad opera degli antichi abitanti dell’isola di Calcide provenienti da Pithecusa, nella regione dell’Ellade. Denominata Kymè probabilmente risale ad epoca prossima al 720 avanti Cristo e si trova ubicata in area costiera occupata dopo l’insediamento ellenistico di Pithekoussai, l’originario avamposto dei navigatori greci, stabilito nell’isola di Ischia.

Secondo il noto studioso G. di Fraia, Cuma: “..fu uno dei luoghi attraverso i quali si irradiò l’alfabeto nell’Italia antica, ospitò un culto..che nell’Eneide di Virgilio, vaticinò l’immortale destino di Roma e fu imprendibile piazzaforte di Napoli nell’Alto Medioevo. Ebbe monumenti straordinari e fu teatro di storie che la ricerca archeologica va progressivamente ricomponendo”.  

Molti secoli prima, il grande storico Strabone scriveva nel suo enciclopedico “Geographia” dell’insediamento denominato Kyme’, ovvero di Cuma, che in greco significa “onda” la città fondata dai navigatori e commercianti provenienti dall’Ellade: “..colonia antichissima dei Calcidesi e dei Cumani, la più antica fra quelle di Sicilia e italiche..”. 

La data di fondazione, come dimostrano molti ritrovamenti, risale all’inizio dell’VIII secolo a.C. e come storicamente sempre accaduto, sui medesimi luoghi ove avevano dimorato in precedenza e da oltre quattromila anni, altri e più antichi abitanti, questi dell’età preistorica, forse osco sabelliche, travolte dai neo colonizzatori.

Anche Livio scrive del ruolo importante, strategico, assunto dalla colonia in rapporto con Pithecusa per la quale faceva da scalo marittimo per i commerci, in virtù della posizione strategica posta lungo le rotte mercantili di quella lontana epoca per l’approvvigionamento di minerali e florido centro agricolo.         

La datazione di origine della polis Cumana potrà sempre meglio essere determinata dagli scavi archeologici in corso che, con ancora gran parte della città seppellita da metri di detriti, daranno ulteriori risultanze: le sorprese potrebbero non mancare.                                           

Di certo, sul rilievo collinare posto di fronte al mare, il “Monte di Cuma” venne eretta l’Acropoli, poi avvenne l’espansione urbana sul crinale sottostante e la fortificazione delle mura perimetrali, opere difensive queste che consentirono unitamente alle colonie vicine, fra le quali era sorta Parthenope, di resistere alle incursioni degli Etruschi          .                                         

Nel corso del IV e del III secolo, prima di Cristo, si sviluppò anche la parte bassa della città di Cuma e vennero eretti templi molto importanti, quelli di Apollo e Giove o la grotta della Sibilla, avvenne la risistemazione dell’Acropoli nonché un’ulteriore rafforzamento della cinta muraria greca.     

Resta invece ancora piuttosto vaga la identificazione del porto di Cuma. 

La cittadina venne conquistata nel 421 a.C. dai Sanniti rimanendo per circa un secolo sotto la loro influenza per poi diventare colonia romana dal 334 in poi. 

Ma, la storia non finisce qui.

Giorgio M. Palumbo

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