Come sarà il 2018?

Quello che ci ha lasciato da pochi giorni è stato un altro “anno dorato” per l’economia della nostra Regione che ha tirato forte in tutti i settori economici dalla produzione, al commercio ed al turismo: le statistiche già elaborate lo dimostrano.

Ma si può, e si deve, migliorare ancora, di anno in anno, con offerte sempre più curate per conquistare altre posizioni nelle classifiche nazionali ed internazionali. Occorre però meglio proteggere le bellezze naturali, artistiche, culturali, enogastronomiche come le tradizioni ed il folclore di territori e genti uniche al mondo.

Ora torniamo alle nostre origini, alla storia, ricostruendo l’origine della denominazione Campania, ebbene, secondo alcune ipotesi, fra le quali la più accreditata è la seguente: le origini si dovrebbero accostare alla città di Capua, un luogo popolato di antichissima epoca di fondazione. Secondo molti studiosi essa venne fondata prima della stessa Roma in un’epoca coeva a quella della ellenistica Parthenope, forse addirittura anteriore rispetto a quest’ultima. Al riguardo alcuni fattori e indizi sono importanti nella presente ricostruzione.

Infatti, la zona urbana di Capua ed i suoi immediati dintorni era ospitale e pianeggiante, l’acqua e le coltivazioni erano abbondanti e salubre il clima gradevole e temperato. Quindi, con molta probabilità, è proprio dagli abitanti di quel centro chiamati capuani che derivano gli odierni campani, ossia coloro che abitavano l’area sulla quale si esercitava l’influenza di Capua. Il c.d. “ager Campanus” era, per quegli antichi abitanti, proprio il territorio di Capua che visse autonoma fino alla sua volontaria adesione a Roma, non ancora imperiale, decisione presa per non farsi conquistare dai rivali ancestrali, i Sanniti. Capua era all’epoca forse la più grande città “italiana”.

In seguito, nell’area avvenne l’espansione romana comportante l’esigenza di denominare la pianura che ricomprendeva Capua ed i suoi dintorni estendendosi dal fiume Garigliano, classico limite storico, alla costiera e al Mar Tirreno, alle alture del Sannio per giungere all’odierna Nocera. In epoca successiva, durante il Principato di Augusto, la denominata Campania comprendeva anche il Basso Lazio, fino al Tevere, tanto che questa insieme al Latium formasse una grande regione, chiamata Latium et Campania. 

Inoltre, considerato che per indicare i campi coltivati i latini usavano comunemente la parola ager sorge l’ulteriore ipotesi che da Campania provenga il neologico “campagna” termine che attualmente, come nel passato, indica il terreno fittamente coltivato fin da epoca antichissima. Proprio per questo, Plinio il Vecchio scrisse di Campania felix: per sottolineare da un lato, la fertilità propria di quella Regione, e dall’altro, per distinguere la Campania antica, quella di Capua, dalla nuova che comprendeva una notevole parte dell’attuale Lazio.

Venendo ad oggi, giuridicamente nel 1970 e materialmente dal 1975, in attuazione delle norme costituzionali del 1948, furono istituite le quindici Regioni ordinarie e fra queste la Campania che assunse i confini amministrativi attuali ricomprendendovi il Sannio, l’Irpinia e il Cilento. Restano di quella Campania felix  le numerose testimonianze di un passato storico glorioso che dev’essere, da tutti i campani, gelosamente ricordato, valorizzato e tutelato per farlo ritornare. Intanto si annuncia un altro anno molto positivo, il 2018.

Giorgio M. Palumbo

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