Le mani della camorra sugli ospedali di Napoli, a processo 48 persone

Un esercito di persone annoverate tra esponenti camorristici, di spicco e non, appartenenti ai clan dell’Alleanza di Secondigliano, ma anche nomi eccellenti tra imprenditori e finanche sindacalisti, risulterebbero coinvolti nella grande inchiesta condotta per dimostrare la presenza delle mani della camorra sulla gestione degli ospedali di Napoli.

Per ora la Procura di Napoli avrebbe richiesto il rinvio a giudizio per un totale di 48 indagati in un’indagine che porterebbe a galla un piano di estorsioni e appalti truccati sulle principali ditte committenti per svariati lavori relativi ai principali ospedali di Napoli.

Si tratterebbe di un’inchiesta partita nello scorso ottobre quando le 48 persone indagate furono raggiunte da un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale di Napoli che disponeva proprio la custodia cautelare in carcere per 36 persone, gli arresti domiciliari per 10 e il divieto di dimora in Campania per altri 2.

Su tutti la forte presenza di esponenti legati al clan camorristico Cimmino-Caiazzo, considerati vicinissimi alla nuova Alleanza di Secondigliano.

Il modus operandi di questa collaborazione pare prevedesse una serie di “collaborazioni strette” con diversi funzionari ospedalieri, in particolare dell’ospedale Cardarelli e del Nuovo Policlinico, ma anche la collaborazione di imprenditori di ditte edili e finanche sindacalisti.

Un’operazione condotta magistralmente dagli inquirenti che starebbero sgranando una matassa articolata anche grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che starebbero portando alla luce scenari al limite dell’inverosimile.

Il sistema corruttivo pare prevedesse un vero e proprio sistema di estorsioni ben articolato che non avrebbe lasciato spazio ad altri candidati favorendo sempre le stesse ditte appaltatrici.

La camorra pare avesse così tanto potere nel settore da finire col ritrovarsi con le mani su ogni tipo di appalto che riguardasse gli ospedali.

Le mani della camorra gestivano qualsiasi area, dal trasporto degli ammalati alle onoranze funebri, dalle imprese di costruzione e di pulizie fino a quelle che si occupano della refezione e dell’installazione dei distributori di merendine e bibite.

Una situazione, questa, non certo sconosciuta vista quella che qualche anno fa vide coinvolto l’ospedale San Giovanni Bosco per gli stessi identici motivi.

Il gip di Napoli, Maria Luisa Miranda, avrebbe, dunque, fissato per il prossimo 15 aprile, nell’aula bunker del nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli, l’udienza in camera di consiglio.

Foto dal web

Marianna Di Donna

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