Il Napoli gioca un calcio discreto, sicuramente migliore rispetto alle ultime 3 uscite, ma non va oltre il pari a Bologna

Su un campo complicato per chiunque, i campioni d’Italia dimostrano da subito di volere i 3 punti. Dopo pochi minuti infatti Osimhen scappa al diretto avversario e centra il palo. Kvara, non è lesto a depositarla in rete.

La prima frazione finisce coi padroni di casa allenati da Thiago Motta con 0 tiri.

Il secondo tempo continua, più o meno, sulla falsariga del primo e nella seconda parte ci sta l’episodio chiave. Ottima giocata di Zielinski per Kvaratskhelia, al centro per Osimhen che viene anticipato da Calafiori. Cadendo il terzino felsineo tocca la palla con la mano e l’arbitro decreta il rigore. Ma il 9 lo fallisce, calciando a lato alla sinistra del portiere.

Da quel momento il Napoli non si rende più pericoloso. Ed è questa la vera differenza rispetto allo scorso anno, dove un episodio simile generava una vera e proprio ferocia agonistica nei calciatori, che con unghia, denti, tecnica e fame andavano a fare la partita e prendersela con tutte le forze. Soprattutto dopo episodi sfavorevoli. È capitato tante volte lo scorso anno, fu proprio quel dettaglio a fare tutta la differenza del mondo.

Oggi quelle peculiarità sembrano essersi perse nei meandri di chi sa che è sempre complicato ripetersi, se non appartieni al trio delle strisciate. Ed è in quei momenti che l’allenatore dovrebbe fare la differenza. Magari con sostituzioni che diano ai ragazzi in campo l’idea di volere andare a vincere la partita senza discussione alcuna.

Ed è proprio per questo che chi scrive non si capacita del mancato utilizzo di Jesper Lindstrom, che si è visto passare davanti un pó tutti. Il danese è calciatore forte, che salta l’uomo, veloce, aggressivo. Ma utilizzato solo 10 minuti in quel Napoli Lazio che tutto sembrò tranne che una partita di pallone tra due squadre di serie A (nel secondo tempo).

Il Napoli al netto di tutto, però, è parso in ripresa. Soprattutto più equilibrato. L’esordiente Natan, affiancato da Ostigard, ha difeso bene senza patemi particolari. Ma in generale è stato il centrocampo a dare un forte aiuto in questo caso. L’attacco, invece, soffre ancora. Ed è per questo che la sfuriata di Osimhen quando sostituito è assolutamente fuori luogo.

Ai ragazzi deve un pó “tremare” la terra sotto ai piedi. Non vorremmo che si sentano intoccabili in una città che già ha deciso, da giugno, chi è l’agnello sacrificale.
Agneau sacrificiel, come dicono in Francia.

Vincenzo Barretta

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