GLI ITALIANI PROPRIETARI SONO COLPITI DA CONCORRENTI, PLURIME, FORME IMPOSITIVE: STATALI, REGIONALI, PROVINCIALI E DELLE CITTA’ METROPOLITANE RELATIVE AL POSSESSO DEGLI AUTO MOTO VEICOLI.
Nel nostro bel Paese viene tassato solo chi è “conosciuto” agli uffici del fisco. In Italia, troviamo due grandi categorie di proprietari di beni da poter definire per il loro numero, anche statistico, “di massa”: infatti, oltre l’80% dei cittadini è proprietario di almeno una “prima” abitazione, quella di legale residenza e domicilio; nel mentre, quasi un italiano, su due, possiede un’automobile od un motoveicolo assoggettato ad iscrizione nei pubblici registri.
Senza mettere in questo conto i veicoli ad uso professionale (lavoro) leggeri e pesanti. Ovviamente, in un’epoca telematica, il fisco statale è la pubblica istituzione che per prima accede, dopo acquisto e conseguente iscrizione, all’insieme dei dati proprietari relativi agli auto – moto veicoli catalogati presso i competenti Registri.
Tanto che, proprio su questi elementi identificativi, ha basato, nel tempo, una crescente imposizione tributaria annuale, di settore, per far quadrare i nostri sempre tanto carenti conti periodici di bilancio.
Ma, non solo e non basta, perché altri soggetti pubblici, oltre lo Stato, hanno potestà impositiva concorrente, nel settore dei veicoli per auto trazione, in base alle previsioni di legge. Si tratta di due enti territoriali, cui si sono aggiunte di recente le nove “Città metropolitane”: delle tanto inefficienti, ma estremamente “voraci” di entrate fiscali, Regioni, in specie quelle “a statuto ordinario”; e, delle “risorte”, o per meglio dire “non più completamente abrogate”, Province; un ente oramai “ibrido” non più elettivo e rappresentativo, tuttavia rimasto “impositivo”.
Comunque sia, attualmente, come dimostra la prestigiosa rivista nazionale del settore auto-motive “QUATTRORUOTE” attraverso le fonti di raccolta ed elaborazione dei dati di specie, da essa citate nel mensile di maggio scorso, un grande contributo per le entrate fiscali nazionali, viene introitato proprio da qui.
Il periodico ha infatti fornito un quadro analitico della realtà impositiva come delle grandi cifre economiche tratte, per le P.A., dalla “tassazione di settore”.
Vedremo a breve la loro estrema rilevanza nei conti nazionali. In effetti, si tratta delle seguenti voci impositive che corrispondono ad incassi, in via diretta od indiretta, corrispondenti, per l’anno 2016, ad oltre 50 miliardi di euro:
Si tratta di quasi 12 miliardi di euro. Tutto il resto in tasse lo prende lo Stato.
Ma, almeno ci fossero i servizi per gli utenti!
Giorgio M. Palumbo