Stefano Amente, giovane melitese, insieme alla professoressa Barbara Majello, ha condotto una ricerca all’Università degli Studi di Napoli Federico II per il Dipartimento di Medicina Molecolare e Biotecnologie e Mediche del Dipartimento di Biologia sull’ossidazione del genoma.
Sono stati utilizzati meccanismi molto sofisticati, con la collaborazione dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, il
Dipartimento di Chimica federiciano e l’Università del Minnesota, USA.
Si è riuscita a tracciare la mappatura molecolare del genoma delle regioni del DNA ossidate dai radicali liberi ROS.
I ROS fanno si che le cellule invecchino e, soprattutto, sono la causa di molti danni cellulari che possono, dunque, causare patologie come cancro, malattie neurodegenerative, infiammazione, disturbi cardio-circolatori.
I ROS causano, inoltre, una modifica alla base G basi DNA (A T G C), alterandolo.
La G ossidata provoca gravi danni alla struttura normale del DNA, e in casi normali, il corpo umano è capace di porvi rimedio ma quando la produzione di radicali liberi è eccessiva, questo non accade e avviene il fenomeno chiamato “stress ossidativo”. Per combatterlo è necessaria, principalmente, una corretta alimentazione.
La ricerca ha dimostrato che l’ossidazione si accumula in parti specifiche e fragili del genoma e punta a comprendere i meccanismi legati ai fattori che generano sovrabbondanza di radicali liberi, invecchiamento cellulare e malattie neurodegenerative.
Laura Barbato