L’ultimo lavoro discografico di Umberto Bellissimo è un viaggio tra le sue composizioni per risalire dai vicoli ai palcoscenici della memoria
Ascoltiamo con molto interesse questo Cd di Umberto Bellissimo, interprete di una memoria che non si stanca di riaffiorare, prepotentemente, ogni qual volta si parla di Napoli, del suo popolo, dei suoi risvolti, delle sue piaghe, di un presente che non sempre riesce a divenir passato e che, all’attento ascoltatore, si fanno portavoce di malesseri di vita quotidiana ma che, al contempo, non possono fare a meno di rilevare come le sofferenze non hanno confini né si possono etichettare come episodi del sud.
Raffaele Viviani, ha descritto -con la sua penna tagliente, ironica e pragmatica- spaccati di accadimenti, che hanno trovato riscontro ed ispirazione nei vicoli e non solo della città per essere trasportati sulle tavole dei palcoscenici e che hanno permesso di dare vita alla rappresentazione della Commedia Umana la quale, spesso, tratta delle tragedie più o meno visibili di un intero popolo.
Viviani c’era noto come commediografo, un poco meno come autore di testi e liriche; infatti, non a caso, di solito accostiamo la canzone napoletana ad altri motivi che riecheggiano nella mente e sono più facilmente ricordabili in quanto, da sempre, sono oggetto di culto musicale per artisti campani, nazionali ed internazionali.
A nostro avviso non era facile cantarlo ed interpretarlo nello stesso tempo, poiché, come abbiamo scoperto, aveva necessità di essere incarnato, per rimandarci ad una più giusta chiave di lettura delle sue opere.
Il curriculum artistico di Umberto Bellissimo è un palmares di partecipazioni a spettacoli televisivi, cinematografici e teatrali da far tremare i polsi e la sua resa, come attore/cantante, ha ben pochi riscontri nel panorama nazionale: ha lavorato/collaborato con i grandi del passato, esibendosi con opere di spessore e di rilievo, e sovente si è cimentato alla regia di capolavori che solo i grandi hanno osato portare in scena. Tutt’ora è presente in Rai senza mai perdere di vista le tavole del palcoscenico per cimentarsi con Scarpetta, Pinter, Eduardo, Molière, Di Giacomo, solo per citarne alcuni, ed è presente al fianco dei mostri sacri quali Luca De Filippo, Peppe Barra, Nuccia Fumo, Lina Sastri, Aldo Giuffrè, Isa Danieli e tanti altri.
Bellissimo è approdato al successo grazie ad un talento innato e con la frequentazione a corsi di formazione che vanno dalla dizione alla recitazione, dal canto al doppiaggio, senza disdegnare lo studio della chitarra e della danza classica.
Come si evince, stiamo parlando di un artista completo ed in grado di affrontare ogni genere di recitazione/rappresentazione; ma, ora, passiamo al Cd in questione.
Il book, all’interno della custodia, si presenta con i testi e le puntuali traduzioni, per alcune parole di non facile comprensione, visto che si tratta di un napoletano datato. Inoltre, riporta alcune foto di Viviani in atteggiamenti sintomatici e, più esaustivamente, il libretto, c’informa che gli arrangiamenti sono a cura di Patrizio Trampetti & Ciro Cascino, e che vi hanno suonato lo stesso Ciro Cascino (Programmazione Computer e Tastiere), Gennaro Venditto (Strumenti a Corda), Mimmo Maglionico (Strumenti a Fiato), Antonio Mambelli (Percussioni), Pasquale De Angelis (Contrabbasso). Ottimamente registrato e mixato a Castelvolturno, in quel di Caserta.
Umberto Bellissimo, per questo lavoro, si è travestito da Viviani, ne è diventato il suo proseguimento canoro/espressivo e lo ha riletto come meglio non si potrebbe, considerata la non facile trasposizione dei lavori del mai dimenticato Cantore partenopeo.
Non passa inosservata la padronanza della lingua e della pronuncia dato che, come dicevamo pocanzi, non è certo del napoletano moderno che stiamo parlando.
Infine: non si può non notare come Viviani spazi dagli accadimenti di vita amorosa alla descrizione, con cartoline sonore, del paesaggio che lui vedeva con altri occhi e dalle tragedie irreparabili agli insegnamenti nel sapersi destreggiare con le difficoltà della vita, per chi nasce già marchiato con la presa d’atto di una malcelata satira che rispecchia la fragilità dell’animo umano, per finire con elucubrazioni filosofiche di grande insegnamento morale e cristiano.
Si passa da: ‘O Guappo ‘Nnammurato a Si Vide a ll’animale, passando per la celebre La rumba degli scugnizzi fino alla celebrazione con Canto a Viviani. Quest’ultima, con testo di Umberto Bellissimo e musica di Patrizio Trampetti, è un amaro grido d’amore al Maestro che bene ha disegnato gli “animi confusi” dei suoi consimili.
La canzone, che chiosa il sentito omaggio, insieme alle altre tracce del Cd, colloca, e prestigiosamente, il nostro interprete, con la sua voce che dipinge note e strofe, nell’olimpo dei grandi esecutori!
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