Il no dal consiglio comunale di Acerra alla Città metropolitana in merito alla creazione di nuovi impianti di smaltimento

Il Codice nazionale dell’Ambiente attribuisce alla Città Metropolitana di individuare e segnalare quelle realtà territoriali interessate da un particolare carico in cui non si debbano realizzare ulteriori impianti né ampliare quelli già esistenti secondo i criteri di carattere generale stabiliti dalla Regione Campania. Questa situazione, però, va a verificarsi solo dopo aver ricevuto l’ok da parte dei Comuni e delle Assemblee Territoriali d’Ambito.

Il consiglio comunale di Acerra, invece, ha approvato mediante 15 voti favorevoli contro quelli mancanti dei consiglieri di opposizione che, usciti dall’aula, non hanno votato, un ordine del giorno in cui si  impegna il sindaco e la giunta ad attivare tutto quanto nei propri poteri per diffidare la Città Metropolitana di Napoli a porre in essere tutte le attività necessarie ad individuare aree non idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento e recupero rifiuti per escludere Acerra dai siti in cui realizzare o ampliare tale tipologia di impianti.

Le motivazioni di tale diniego sarebbero ben precise e riguarderebbero principalmente il fatto che, secondo gli enti comunali, l’area interessata sarebbe già satura a causa della presenza di altri impianti preesistenti come gli impianti di trattamento termico, discariche, STIR, e altro.

L’assessore all’ambiente, Milena Tanzillo, chiarisce le motivazioni dicendo “Il Comune di Acerra ha sempre espresso e rappresentato nelle sedi opportune il proprio parere contrario al rilascio di autorizzazioni per l’insediamento e l’ampliamento di impianti di trattamento di rifiuti speciali. Spetta ora alla Città Metropolitana accogliere la volontà della città di Acerra ed escluderla dai siti in cui realizzare nuovi insediamenti del genere. Acerra risulta essere un territorio già fortemente compromesso dal punto di vista ambientale, non possiamo continuare ad accettare un atteggiamento dilatorio che da anni persiste da parte delle realtà sovracomunali. Proseguiremo nelle azioni legali già intraprese per tutelare la salute dei nostri cittadini”. 

Quello che verrebbe rimproverato alla Città metropolitana sarebbe il fatto della mancanza di sub programmazioni intese come alternative alla scelta, sembrerebbe quasi scontata, delle stesse aree per la creazione di nuovi impianti. In tale maniera, insomma, verrebbero praticamente ignorati, secondo il sindaco Tito D’Errico, “i criteri escludenti stabiliti dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali”.

Il sindaco D’Errico ci tiene a salvaguardare il proprio territorio ribadendo che “oltre ad essere interessato da un elevato carico impiantistico, viste le decine di impianti di trattamento di rifiuti già autorizzati ed attivi, è sede dell’unico impianto di trattamento termico di rifiuti presente nell’intera regione e pertanto rientra oggettivamente nella definizione di aree non idonee alla localizzazione di ulteriori impianti di trattamento rifiuti secondo quanto prescritto dai criteri del Piano Regionale di Gestione di Rifiuti Speciali”.

Già nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali del 2012 l’agglomerato ASI di Acerra era classificato come ‘area vincolata’, tra quelle, cioè, che non lasciano la possibilità di indicare come idonee per la localizzazione dell’impiantistica industriale di trattamento e/o smaltimento di rifiuti le partizioni spaziali entro le quali dette ASI sono comprese. L’ASI di Acerra era indicata quale ‘zona rossa’ in cui vigeva un vincolo cogente di inidoneità alla localizzazione di impianti di recupero, trattamento e smaltimento di rifiuti speciali.

L’assessore Tanzillo conclude  “Ebbene sì, siamo di fronte a una palese violazione del principio di precauzione che è citato nell’articolo 191 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Il suo scopo è garantire un alto livello di protezione dell’ambiente grazie a delle prese di posizione preventive in caso di rischio”.

Foto dal web

Marianna Di Donna

 

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