l’Italia ha visto rallentare drasticamente la sua campagna vaccinale, mentre il Regno Unito e altri paesi somministrano dosi ad una percentuale sempre più alta della propria popolazione. Ecco perché anche da noi serve una svolta.

In sole quattro settimane il Regno Unito, grazie al vaccino della Pfizer, ha diminuito dell’85% le ospedalizzazioni per Covid-19. l’AstraZeneca ha invece fatto calare i ricoveri del 94%. I nuovi decessi sono conseguentemente scesi del 64%. Da uno studio della sanità pubblica scozzese, inoltre, emerge che il 21% degli inglesi è già vaccinato. Stando a quanto riporta l’Ipsi, le dosi consegnate dall’Europa ai paesi membri sono pressapoco le stesse in termini Pro-capite, eppure Londra è un passo avanti. Il motivo? Il Governo inglese ha vaccinato in massa tutta la popolazione over 80. In tal modo, con un’eventuale diminuzione di vaccini disponibili, la fascia più a rischio è protetta. Si dovrebbero evitare così di riempire le terapie intensive londinesi, nel caso di una terza ondata. E in Italia? Attendendosi ai rapporti dell’Aifa, delle 3,7 milioni di dosi somministrate, 2,2 sono state dedicate al personale sanitario. Della restante popolazione, attualmente solo l’1% è stata vaccinata. 

L’Italia era uno dei Paesi più efficienti per la somministrazione dei vaccini, considerando la situazione degli altri membri europei. Questo fino a qualche settimana fa. Oggi il Paese ha rallentato bruscamente la somministrazione dei vaccini anti-Covid. Secondo l’ultimo aggiornamento risalente al 24 febbraio, le dosi somministrate sono state 3.702.079, per un totale di 1.341.780 persone vaccinate (prima e seconda dose ricevute). L’Italia, in totale, ha ricevuto finora 5.198.860 di dosi, tra Pfizer, Moderna e AstraZeneca: vuol dire che ne ha somministrate il 71%. Il vaccino fornito da AstraZeneca, al momento, sembra essere somministrato più lentamente da tante Regioni. Perché? Il primo motivo sembra essere il passaggio da una vaccinazione negli ospedali e nelle strutture sanitarie a una di massa, che ha creato molte difficoltà. Anche perché fino a pochissimi giorni fa non era ancora stato deciso a chi somministrare realmente il vaccino AstraZeneca (alla fine si è deciso di darlo agli under 65). Si è pensato di inoculare questo vaccino soprattutto a personale scolastico e forze dell’ordine, ma al momento la maggior parte delle Regioni è indietro e di fatto ognuna elabora autonomamente il proprio piano vaccinale. Ora il Governo Draghi ha deciso di accantonare il progetto delle Primule di Domenico Arcuri, mettendo in campo per le vaccinazioni strutture già esistenti, come stazioni ferroviarie, aeroporti, fiere e grandi parcheggi, mentre a fornire supporto sarà la Protezione civile.

Per quanto riguarda invece la situazione a livello mondiale, al momento in Europa i vaccini approvati sono i tre che sta utilizzando l’Italia, ma ci sono Paesi come Croazia e Malta che utilizzano solo il Pfizer, mentre l’Ungheria ha approvato anche Sinopharm e Sputnik.

Dai dati sulle vaccinazioni anti-Covid pubblicati da ourworldindata si desume la media dei vaccini giornalieri somministrati nel mondo sulla base di quanto avvenuto negli ultimi 7 giorni: il tasso è calcolato su quanti ne sono stati fatti ogni 100 abitanti. Il ritmo più serrato è quello di Israele (1,46), seguito da Serbia (0,93), Emirati Arabi (0,68), Cile (0,51), Regno Unito (0,51), Turchia (0,45) e Usa (0,42). Nessun Paese europeo, quindi. Se vediamo il dato giornaliero dei Paesi dell’Unione Europea le cose cambiano: Malta è prima con 0,41, seguita da Ungheria a 0,29 e Grecia a 0,26. Tra i Paesi più grandi troviamo la Polonia a 0,23, la Francia e la Spagna a 0,17, la Germania a 0,16 e l’Italia a 0,13. Siamo tra gli ultimi in assoluto, peggio di noi solo Repubblica Ceca (0,12), Belgio (0,1) e Lettonia (0,08). La media europea si attesta a 0,16, leggermente più elevata del valore registrato dall’Italia. In generale i Paesi più grandi sembrano avere tassi più bassi, considerando la maggiore popolazione.

Quella che serve è una svolta decisiva per uscire finalmente da questo incubo. 

Anna Maria Di Nunzio

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